Nel mirino dei banditi anche la ex Carichieti di Piane d’Archi e la Bper di Selva di Altino
Avevano preso di mira più obiettivi i banditi del tentato assalto allo sportello postamat di Piane d’Archi (Chieti), avvenuto intorno alle 3 nella notte di domenica 6 maggio.
I carabinieri, che hanno teso l’agguato, erano infatti appostati anche di fronte al bancomat della ex Carichieti, oggi Ubi banca, a meno di 200 metri dall’ufficio postale e sulla stessa via Nazionale.
L’istituto di credito è vicino al bar Zappacosta, dove i 4 giovani di Selva di Altino si trovavano a bordo dell’Alfa 156 rimasta coinvolta nella sparatoria. Tutti illesi i tre ragazzi e la barista, che presi dal panico alla vista dei mitra puntati dai carabinieri in borghese, sbucati all’improvviso tra le case, si sono diretti in retromarcia proprio in braccio ai malviventi.
I militari sparano alle gomme della vettura sconosciuta, scambiando inizialmente il gruppo di amici per complici dei banditi. Nella corsa l’Alfa ha travolto un palo della segnaletica verticale e si è fermata accanto al postamat imbottito di 380 grammi di miscela pirica rimasta inesplosa.
Nel frattempo i veri banditi non si fermano all’alt intimato dai carabinieri e fuggono brandendo un kalashnikov. Ma non fanno i conti con il radiatore ridotto a colabrodo dai proiettili dei militari (una trentina sparati in totale) e si fermano con la Fiat Stilo a Guarenna di Casoli, a un paio di km dalla scena del crimine. Tutti e 5 i foggiani vengono presi e arrestati, compreso il basista a bordo di una C3, foggiano anch’egli, che proprio nell’agro casolano aveva allestito il covo nelle settimane precedenti.
Tuttavia la banda non è affatto sgominata, avvisano i carabinieri della compagnia di Lanciano, che sono arrivati ad acciuffare i criminali ritenuti responsabili di altri due colpi: l’assalto del Primo maggio allo sportello bancomat della Bper a Mozzagrogna (bottino da circa 35 mila euro) e la rapina a mano armata del 26 marzo alla gioielleria Follie d’oro del centro commerciale Lanciano (bottino circa 150 mila euro).
Le indagini iniziarono proprio da quest’ultimo episodio criminoso: con pedinamenti e gps installati su auto di ospiti sospetti di B&B nell’area frentana, su autorizzazione del procuratore capo presso il tribunale di Lanciano che coordina l’inchiesta. L’obiettivo degli inquirenti è catturare altri componenti della banda, che di volta si organizza con membri diversi per agire in territorio frentano – sangrino, considerato terra di conquista per scorribande e razzie con facili vie di fuga. Almeno fino ad ora.