Picchia la madre, i vicini allertano il 112 e i carabinieri lo arrestano.
Maltrattamenti in famiglia per una giovane madre, con il figlio 19enne accusato di averla percossa.
L’episodio di violenza si è consumato martedì sera, in un quartiere periferico della città dell’Aquila.
È quasi l’ora di cena quando le urla di una donna che chiede aiuto mettono in allarme il vicinato. Era successo anche in passato, ma questa volta i vicini di casa chiamano il 112.
La radiomobile arriva in pochi minuti. Dalla strada, tra i rumori di oggetti in frantumi, si sentono le grida di un uomo e il pianto di una donna.
Alcuni vicini indicano ai soccorritori la porta dell’appartamento.
Dentro casa i militari bloccano il ragazzo e soccorrono la donna, che presenta segni di percosse.
Conducono fuori dall’appartamento la giovane madre e la aiutano a salire sull’ambulanza, che l’accompagnerà al pronto soccorso per le cure del caso, mentre il figlio, appena 19enne, viene condotto in caserma.
Uscita dall’ospedale, la donna inizia a confidarsi con i carabinieri.
È un fiume in piena: per oltre due ore ricostruisce con dovizia di particolari l’aggressione e racconta agli inquirenti pregressi episodi di angherie e maltrattamenti di cui è stata vittima negli anni.
Gli elementi raccolti vengono riportati al pm di turno presso la Procura dell’Aquila, per le necessarie valutazioni.
Scatta il cosiddetto “codice rosso”, ossia la procedura d’urgenza che concede una sorta di “corsia preferenziale” alle indagini per i reati di violenza di genere, che ha visto il Comando provinciale di L’Aquila in prima linea nel fornire una risposta,
alle oltre 150 richieste di aiuto giunte quest’anno.
Il ragazzo è stato arrestato in flagranza per i reati di maltrattamenti contro familiari e lesioni personali.
In attesa dell’udienza di convalida, è stato sottoposto alla misura degli arresti domiciliari, collocato presso l’abitazione di un parente.
Si evidenzia che l’arrestato, sebbene fermato in un contesto di flagranza, è da ritenersi innocente sino alla pronuncia della sentenza definitiva e che i provvedimenti adottati nei suoi confronti, dalla Polizia Giudiziaria, richiedono la necessaria verifica e convalida da parte dell’Autorità Giudiziaria, non implicando alcuna responsabilità accertata.