
Chieti, 2 Agosto 2016 – “Salutiamo con soddisfazione l’accoglimento del ricorso e la disposta scarcerazione di Fabrizio Pellegrini: un provvedimento che gli salva la vita”. Così l’avv. Vincenzo Di Nanna, segretario di Amnistia, Giustizia e Libertà Abruzzi e difensore di Pellegrini insieme all’avv. Giuseppe Rossodivita, segretario del Comitato Radicale per la Giustizia Piero Calamandrei. Il musicista 47enne affetto da fibromialgia, privo di cure nel carcere di Chieti dove si trovava detenuto da più di 50 giorni, è stato condannato per aver coltivato autonomamente la cannabis necessaria – secondo i legali – all’unica terapia in grado di curare i dolorosi sintomi della grave malattia invalidante. “Nell’impossibilità di proseguire il trattamento in carcere e quindi di curarsi, è stata accolta la domanda subordinata di detenzione domiciliare. I vistosi ematomi e gli altri insostenibili sintomi che si sono manifestati in seguito alla interruzione della terapia – spiega Di Nanna – hanno reso la scarcerazione un passo obbligato non solo dal punto di vista legale, ma anche da quello umano.”
La magistratura – commenta infine Amnistia Giustizia e Libertà – ha saputo riconoscere la gravità della situazione e intervenire nel modo più adeguato: ma fino a quando sarà la giustizia a dover riparare all’inadeguatezza della politica?”. Appena ieri il ministro della Giustizia Andrea Orlando aveva incaricato l’ispettorato di via Arenula di svolgere accertamenti preliminari sul ‘caso’ di Fabrizio Pellegrini. Sulla vicenda sono state presentate anche alcune interrogazioni parlamentari.