«Italiani… Non è Charlie Hebdo che costruisce le vostre case, è la mafia!»Parigi, 13 settembre 2016 – La denuncia del Comune di Amatrice “non ci fa paura”. Riss sorride e sfida le critiche, definendo “un manicomio” la rete, sommersa di insulti e proteste dopo la vituperata vignetta di inizio mese con i terremotati italiani insanguinati ma paragonati a “penne al pomodoro”, “gratinate” o “lasagne”. Intervistato dalla radio France Inter in occasione dell’uscita di un libro, Riss si è visto rivolgere dall’intervistatrice-vedette Lea Salamè la domanda più bruciante, quella sulle proteste sollevate in Italia da quel disegno firmato ‘Felix’: “Non pensate di essere andati un po’ oltre questa volta?”. “Intanto lei sta ridendo…”, è la prima risposta di un Riss per niente toccato dalle critiche e dalla denuncia per diffamazione aggravata. “Ci sono state tante dichiarazioni, la denuncia aspettiamo di vederla, vediamo di che si tratta. Ma non ci fa nessuna paura – ha detto spavaldo Riss – di vignette come questa ne abbiamo fatte a decine, è una come un’altra, un disegno di umorismo nero”. Per Riss, “è completamente sproporzionato tutto questo chiasso per una vignetta”. “Per noi è una vignetta come ne abbiamo fatte a decine in passato, niente di straordinario – ha continuato – negli ultimi tempi ne abbiamo pubblicate di simili dopo le stragi di Bruxelles, dopo il terremoto ad Haiti. E lì nessuno ha protestato. Nessun italiano ha protestato”, rincara. “La morte è sempre un tabù – secondo il direttore di Charlie Hebdo, la cui redazione fu decimata nel gennaio 2015 dall’attentato dei fratelli Kouachi – qualche volta bisogna trasgredire”. Ma non è soltanto Amatrice a protestare, gli ha fatto notare l’intervistatrice, c’è anche tutto il web, che ha sommerso di proteste e insulti il settimanale: “Su questa vignetta si è scatenato un chiasso sui social network assolutamente sproporzionato – ha tagliato corto Riss – quando vediamo la dimensione che ha preso questo caso sulla rete sembra di essere in manicomio. O a ‘cretinolandia’”. Unica differenza, le minacce: “Si può scherzare con la morte – ammonisce Riss – mai con le minacce di morte. Quella è istigazione ad uccidere”. Nonostante le spiegazioni, critiche e insulti non si sono fermati, anzi. Sul sito della stessa radio, ma anche su Twitter, messaggi, per lo più di francesi, hanno preso d’assalto di nuovo il direttore di Charlie Hebdo: “Riss, diresti le stesse cose se sotto le macerie ci fossero i tuoi figli?”.