[youtube]http://www.youtube.com/watch?v=Ocx1GjCM2bU[/youtube]Lanciano, servizio Tgmax 29 settembre 2016 – Il prefetto di Chieti, Antonio Corona, ha rigettato le ordinanze di abbattimento dei sindaci del Sangro-Aventino e del Vastese. La decisione è stata comunicata all’indomani dell’incontro in Provincia, promosso dal prefetto, tra i 46 sindaci interessati e l’assessore regionale alla Caccia, Dino Pepe.
In una nota alla stampa, il prefetto comunica di aver maturato la decisione soffermandosi sui “motivi giuridici che ostano alla legittima adozione, in materia, di ordinanze contingibili e urgenti ex art. 54/c.4, TUEL. In particolare – si legge nella nota – al di là di ogni possibile considerazione sulla potestà astratta del Sindaco di agire nella circostanza, come anche su aspetti specifici della questione, le disposizioni contenute negli schemi di provvedimento proposti dai Sindaci collidono con situazioni disciplinate da norme di natura penale e, per ciò stesso, coperte da riserva assoluta di legge”.
“La ‘strada maestra’ – ribadisce il prefetto – è e rimane la via ordinaria, occorre un percorso che conduca a una soluzione duratura e condivisa che tenga conto di tutti gli interessi in campo, per primo la sicurezza delle persone. Ognuno deve fare la propria parte”, ha proseguito Corona. E l’incontro in Provincia va in questa direzione.
Durante l’incontro con i sindaci, l’assessore Pepe ha illustrato nel dettaglio gli obiettivi del nuovo Piano di azione di contenimento del cinghiale, che avrà durata triennale. “Il Piano proposto – ha spiegato l’assessore – avrà una durata prevista di almeno tre anni”. Pepe ha illustrato nel dettaglio gli obiettivi del Piano: “Prima di tutto lavoreremo all’eradicazione della specie nelle aree “non vocate”, cioè i territori antropizzati, collinari e pianeggianti dove l’utilizzo agricolo è intensivo e dove si snodano le più rilevanti vie di comunicazione stradali abruzzesi ed anche in alcune zone di ripopolamento e cattura. Invece, nelle zone montane e pedemontane boscose, con gli stessi strumenti la specie verrà ridotta ad una densità agroforestale più adeguata”.
L’assessore Pepe ha poi annunciato un’importante novità nelle attività di caccia al cinghiale alla braccata con le squadre. Nel Piano d’azione tale tecnica di caccia “sarà possibile anche nelle aree non vocate”, mentre la tecnica attualmente è vietata dal regolamento in tali zone. “E’ noto che i serbatoi naturali della riproduzione della specie sono parchi e riserve della nostra regione – ha proseguito Pepe -. Organizzeremo quindi una serie di incontri con le Prefetture, gli Enti Parco ed i rappresentanti del Corpo Forestale dello Stato e della Polizia Provinciale per proporre l’avvio delle operazioni di controllo e contenimento all’interno delle aree protette”. La Regione prevede una riduzione del 75% del danno nel triennio 2017-2019, grazie agli interventi del Piano, con un risparmio di circa 2 milioni di euro e la riduzione drastica degli incidenti stradali provocati dall’attraversamento di cinghiali che avvengono nelle aree non vocate. Queste risorse permetteranno l’aumento della quota di rimborso per i danni da cinghiali agli agricoltori (attualmente liquidati al 35% del danno stimato). Gli interventi predisposti dall’ente saranno attuati grazie a strumenti già a disposizione e contenuti nel regolamento regionale della caccia al cinghiale ovvero caccia e controllo. “Le operazioni di controllo – ha concluso l’assessore – si svolgeranno tutto l’anno”.
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