
Imprenditore di Altamura “ride” per la ricostruzione di Amatrice, intercettato nella nuova inchiesta della procura dell’Aquila su appalti e presunte mazzette nel post terremoto.
Appalti pubblici aggiudicati a imprese ‘amiche’ con ribassi d’asta cospicui, poi, con le somme recuperate in questione, varianti in corso d’opera affidate direttamente: procedure per le quali le ditte elargivano danaro ai funzionari infedeli che ottenevano anche incarichi per parenti e amici. E’ il contesto che emerge dalla nuova inchiesta su presunte mazzette nella ricostruzione post terremoto dell’Aquila. Complessivamente sono dodici le gare finite nel mirino relative a interventi di restauro su edifici di interesse storico-culturale.
L’inchiesta ha portato all’esecuzione di 10 arresti ai domiciliari, 5 interdittive dall’attività professionale e altri 20 indagati: i provvedimenti interessano pubblici funzionari, imprenditori e professionisti residenti nelle province di L’Aquila, Teramo, Pesaro Urbino e Bari, ritenuti a vario titolo responsabili dei reati di “concorso in corruzione per l’esercizio della funzione, corruzione per un atto contrario ai doveri d’ufficio, turbata libertà degli incanti, falsità materiale commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici, falsità ideologica commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici, nonché soppressione, distruzione e occultamento di atti veri”. Le indagini, condotte dai Carabinieri dell’Aquila e coordinate dal procuratore capo Michele Renzo e dal pm Antonietta Picardi, sarebbero scattate da spunti investigativi emersi da un’altra inchiesta.
Gli indagati sarebbero inchiodati da intercettazioni telefoniche e ambientali, oltre video e foto che dimostrerebbero le dazioni per vincere gli appalti.
Il ministero dei beni culturali Mibact ha avviato un’indagine interna per verificare l’iter dei procedimenti amministrativi per la ricostruzione e restauro del patrimonio architettonico aquilano danneggiato dal sisma del 2009 e dagli eventi sismici del 2016. Lo rende noto il dicastero guidato da Dario Franceschini.
I dieci ai domiciliari sono: Lionello Piccinini, 61 dell’Aquila, geometra del segretariato Mibact, Antonio Zavarella (55) di Sulmona (L’Aquila), presidente della commissione di collaudo del Teatro comunale, Berardino Di Vincenzo (64) dell’Aquila, ex segretario regionale Mibact ora in pensione, Marcello Marchetti (64) dell’Aquila, architetto del segretariato Mibact, Mauro Lancia (59) di Pesaro Urbino, contitolare della Lancia Srl, Giampiero Fracassa (44), direttore tecnico della Fracassa Rinaldo Srl di Teramo, Vito Giuseppe Giustino (65) di Altamura (Bari), presidente del Cda della società cooperativa l’Internazionale con sede ad Altamura, Antonio Loiudice (60) di Altamura, amministratore unico della Edilco Altamura, Graziantonio Loiudice (25) di Bari, suo figlio, e Leonardo Santoro (40) di Avigliano (Potenza), geometra dell’Internazionale. Per cinque persone c’è il divieto di esercitare per due mesi l’attività professionale: si tratta di Giancarlo Di Vincenzo (35) dell’Aquila, architetto figlio di Berardino, Alessandra Del Cane (30), di Teramo, Michele Fuzio (51) di Bari, progettista dell’Internazionale dei lavori al Teatro comunale, Domenico Pazienza (65) di Bitonto (Bari), progettista dell’Internazionale dei lavori al Teatro comunale, e Michele Buzzerio (65) di Taranto, progettista dell’Internazionale dei lavori al Teatro comunale. Sono dodici i cantieri, tutti nell’Aquilano, finiti sotto la lente di ingrandimento della procura: chiesa di Santa Maria del Ponte a Tione; chiesa di San Domenico a Sulmona; chiesa di San Salvatore a Civitaretenga; la Badia di Sulmona; il teatro comunale dell’Aquila; Mura Urbiche dell’Aquila; Porta Branconia all’Aquila; chiesa di San Biagio a Cappadocia; torre medicea di Santo Stefano di Sessanio; chiesa di San Sisto all’Aquila.
Anche il terremoto del Centro Italia del 2016, come quello dell’Aquila 7 anni prima, con Francesco Piscicelli, fa registrare un imprenditore che ride: è Vito Giuseppe Giustino, 65enne di Altamura (Bari), presidente del Cda della società cooperativa l’Internazionale, intercettato nella nuova inchiesta della procura dell’Aquila su presunte mazzette nella ricostruzione pubblica. Nell’ordinanza il Gip scrive: ‘RIDE’. L’uomo, ai domiciliari, annuisce e ride parlando delle future commesse, in particolare ad Amatrice.