Proseguono senza sosta le indagini per arrivare a scoprire chi e perché ha ucciso con due colpi di arma da fuoco Alessandro Neri, il 28enne di Spoltore trovato cadavere lo scorso 8 marzo nel Fosso Vallelunga alla periferia di Pescara.
In queste ore i Carabinieri hanno riascoltato il padre Paolo e, per la prima volta, i fratelli di Alessandro, Massimiliano e Paolo, rientrati dall’estero e rispettivamente da Miami (Florida) e Dublino (Irlanda).
E’ stato ascoltato anche lo zio del giovane, marito della sorella del padre.

Alle indagini dei Carabinieri si sono unite anche quelle della Guardia di finanza, con l’obiettivo di sviscerare la situazione patrimoniale della famiglia e trovare eventuali elementi utili.
Al momento non è esclusa nessuna pista, compresa quella che porta a vecchi rancori tra la mamma di Alessandro, Laura Lamaletto, e la sua famiglia d’origine. In particolare con il fratello Camillo che, nel 2015, estromise lei e il figlio Alessandro dall’azienda vitivinicola di Orsogna (Chieti), affidandone le redini a suo figlio Gaetano Lamaletto.
E proprio con Gaetano, suo cugino, Alessandro avrebbe avuto di recente una discussione: a lui i Carabinieri hanno sequestrato uno dei due Suv, che sono in uso non solo allo stesso Gaetano, ma anche alla famiglia e al personale di servizio del Feuduccio. Tuttavia Gaetano ha lasciato Pescara tra il 3 e il 4 marzo, il giorno prima della scomparsa di Alessandro, per raggiungere con la moglie i suoceri negli Stati Uniti.
In giornata, l’Audi Q5 sequestrata ieri è stata prelevata dai Ris per comparare, verosimilmente, le tracce trovate sulla Fiat 500 di Alessandro e sul luogo del delitto.
Altre novità trapelano dall’autopsia, secondo la quale Alessandro ha ricevuto il primo colpo di pistola (una semiautomatica 7,65) all’altezza del fianco sinistro.
Sull’omicidio si registra anche il commento di Maria Claudia Lopez, esponente dell’associazione VenEuropa, componente dell’Osservatorio Emigrazione per il Venezuela del Cram Abruzzo e amica di famiglia dei genitori di Alessandro. “Questo – ha detto – è il momento di tacere ogni sentimento o impressione personale che non aggiunga nulla alle indagini e che si risolva nel pettegolezzo”. Lopez ha aggiunto: “Saremo presenti al funerale di Alessandro con la bandiera del Venezuela, per rendere omaggio al rapporto che la famiglia Lamaletto ha con la nostra patria d’origine. Come italo-venezuelani che vivono in Abruzzo stiamo anche pensando di dare vita ad una fiaccolata, ma vogliamo farla in accordo con la società civile pescarese e nel rispetto dei tempi della famiglia”.