In Val di Sangro
Con l’inno d’Italia cantato a squarciagola i dipendenti Faist salutano i vertici aziendali che li hanno licenziati a inizio febbraio.
Dopo il trasferimento dei macchinari, avvenuto nottetempo il 7 febbraio, le parti si sono incontrate in val di Sangro, nella sede di Confindustria a Mozzagrogna (Chieti).
La Faist conferma la chiusura dello stabilimento di Lanciano e i 16 licenziamenti, si dice pronta tuttavia ad attenuare l’impatto sociale sul territorio.
Due ore e mezza dopo l’incontro, l’amministratore delegato Marcello Pennicchi esce, senza rilasciare dichiarazioni alla stampa. Parla invece l’avvocato Pierpaolo Andreoni, che assiste il sindacato Fim Cisl.
Le parti torneranno ad incontrarsi il 2 marzo.
Presente all’incontro per la procedura di licenziamento collettivo anche l’assessore regionale alle attività produttive Mauro Febbo: “È una vertenza difficile, l’azienda è determinata sulla cessazione dell’attività a Lanciano”.
A colpire molto l’opinione pubblica nel breve presidio davanti ai cancelli, a inizio febbraio, fu la fuga dei tir nottetempo, carichi dei macchinari produttivi. Episodio che “la Faist, durante l’incontro in Confindustria, non ha voluto mettere a verbale”, riferisce Domenico Bologna segretario interregionale Abruzzo Molise della Fim Cisl.