Carabinieri di Atessa
Le controllava il telefono e i profili social, ma le scenate di gelosia, ingiustificata, culminavano con le botte, pugni e schiaffi anche davanti ai figli minori della coppia.
Esasperata, dopo oltre 10 anni di vessazioni, la donna ha denunciato il marito ai carabinieri di Atessa (Chieti), raccontando i numerosi episodi di violenza domestica subiti.
L’uomo, 42enne di Casalanguida, ora è rinchiuso nel carcere romano di Regina Coeli.
L’arresto è stato eseguito dai militari della Stazione di Atessa venerdì scorso. “La donna si era rivolta ai carabinieri in un pomeriggio di fine novembre”, riferisce al Tgmax il comandante Compagnia cap. Alfonso Venturi, “a seguito dell’ennesimo litigio nato per motivi di gelosia dell’uomo”, ed è quindi scattata la procedura del Codice Rosso, introdotta con la legge n. 69 del 19 luglio 2019.
Dal racconto fatto ai militari, “emergeva che quanto successo in quel pomeriggio non era un fatto isolato, ma – spiega il comandante Venturi – nascondeva una situazione più complessa che durava da oltre dieci anni, ovvero dall’inizio della loro relazione coniugale. In tale arco temporale numerosi erano stati gli episodi di violenza domestica a cui la donna era stata sottoposta, conditi da comportamenti denigratori, violenze fisiche e morali spesso consumate alla presenza dei figli minori, situazione che la donna aveva tenuto nascosta nella speranza di un cambiamento del marito mai avvenuto”.
“Alla base del comportamento prevaricatore e violento dell’uomo, c’era quasi sempre una morbosa e ingiustificata gelosia che – prosegue il capitano – lo portava a controllare sistematicamente la donna e in particolare il suo telefono cellulare dove analizzava telefonate, messaggi di testo e audio, la messaggistica WhatsApp”.
Una gelosia che aveva indotto la donna ad isolarsi, ad avere pochi rapporti di amicizia, ad uscire solo in presenza dei figli, di un parente o del marito e mai da sola con qualche amica poiché il marito la osteggiava con continue sceneggiate di gelosia, che spesso degeneravano in comportamenti violenti.
“Per oltre dieci anni la 43enne ha subito l’atteggiamento dell’indagato che, quando era accecato dalla gelosia ma anche per futili motivi, perdeva il controllo di sé, denigrandola, colpendola con spinte e schiaffi, minacciandola di morte e tirandogli ogni oggetto che gli capitasse a tiro. Comportamenti violenti che – conclude il comandante Venturi – già nel recente passato avevano portato il 42enne ad avere anche fuori dal contesto familiare accesi diverbi con altre persone poi degenerati in aggressioni con lesioni”.