Sabato 4 dicembre

I sindaci e gli amministratori dei 16 comuni dell’Associazione Sangro-Aventino portatori di interessi nella grande derivazione per uso idroelettrico Sant’Angelo si danno appuntamento per sabato 4 dicembre prossimo, alle ore 10 in Piazza Talone (nei pressi della centrale ACEA) a Selva di Altino (Chieti) per “un sit-in informativo sulla situazione dell’infrastruttura che comprende i laghi di Bomba e Casoli e la Centrale di Altino”.
“La Grande derivazione per uso idroelettrico Sant’Angelo, che comprende gli invasi di Bomba e Casoli e la centrale di Altino, rappresenta – dicono i sindaci in una nota – una importante infrastruttura industriale che ha segnato profondamente il territorio che la ospita. L’impianto, realizzato con fondi pubblici nella seconda metà degli anni 50, produce energia idroelettrica da vendere nel libero mercato a seguito della concessione di utilizzo del bene pubblico acqua rilasciata ad ACEA Produzione S.p.A. per la durata di 60 anni. L’infrastruttura è stata sempre gestita con scarsa collaborazione con gli enti locali e considerazione delle esigenze del territorio”.
“Alla luce delle importanti opportunità economiche, ambientali e sociali che la nuova normativa sul rinnovo delle concessioni per le grandi derivazioni per uso idroelettrico offre ai territori che ospitano queste grandi opere, l’Associazione dei comuni del Sangro-Aventino lavora per avere in futuro una gestione diversa dell’infrastruttura”, scrivono i sindaci.
L’incontro di sabato prossimo ha l’obiettivo di “informare e sensibilizzare istituzioni e cittadini sullo stato della concessione e dell’infrastruttura, sull’importanza futura dell’impianto di produzione di energia idroelettrica, sulla conferenza dei servizi convocata per valutare il progetto di gestione sulle operazioni di svaso, sfangamento e sghiaiamento del lago di Bomba, sullo stato di approvazione della legge regionale e sulle iniziative dell’Associazione”.
In piena fase di transizione ecologica, “la centrale idroelettrica Sant’Angelo non è un infrastruttura da relegare al museo della storia industriale del nostro paese ma – conclude la nota dei sindaci – un’opera di grande valore per un futuro energetico sostenibile e deve essere gestita in modo compatibile con le esigenze del territorio e più redditizio per la regione Abruzzo e per i nostri comuni”.