Appalto pilotato Asl

Esce dal carcere di Chieti e torna a casa: arresti domiciliari per Luigia Dolce, 44 anni, di Pescara, dipendente con funzioni di coordinatrice della cooperativa “La Rondine” di Lanciano (Chieti).
La donna era detenuta da mercoledì scorso, nell’ambito dell’inchiesta della Procura di Pescara su un presunto appalto pilotato riguardante l’affidamento della gestione di residenze psichiatriche extra ospedaliere nel pescarese, del valore complessivo di oltre 11 milioni di euro. I reati contestati sono di corruzione, istigazione alla corruzione e turbata libertà degli incanti.
Lo ha stabilito il gip Nicola Colantonio, accogliendo l’istanza di sostituzione della misura cautelare presentata ieri dai due legali dell’indagata, gli avvocati Augusto La Morgia e Matteo Cavallucci, a conclusione dell’interrogatorio di garanzia.
L’ordinanza del gip: resa confessione integrale
Le “esigenze di cautela possono ritenersi soddisfatte dalla misura degli arresti domiciliari, dovendosi ritenere in particolare che la stessa costituirà, comunque, adeguato impedimento alla reiterazione di condotte criminose della stessa specie”. Lo scrive il gip Colantonio nel provvedimento con cui dispone gli arresti domiciliari per la Dolce.
Nell’ordinanza viene evidenziato che “allo stato permangono le esigenze cautelari, sussistendo in particolare il pericolo che l’indagata possa dar luogo alla reiterazione di condotte della stessa specie, attesa la gravità delle condotte poste in essere dalla prevenuta e della capacità dimostrata dagli indagati del presente procedimento di incidere in settori di rilievo economico-imprenditoriale e pubblico amministrativo”. Ma comunque “la prognosi negativa circa sue future condotte illecite può allo stato ritenersi attenuata”.
Le esigenze cautelari, comunque, “possono dirsi allo stato attenuate, in considerazione dell’integrale confessione resa durante l’interrogatorio di garanzia”.
Domenico Mattucci resta in carcere
Oltre alla Dolce, mercoledì scorso in carcere sono finiti il legale rappresentante della cooperativa “La Rondine”, Domenico Mattucci, e lo psichiatra Sabatino Trotta, 55 anni, direttore del Dipartimento di Salute Mentale della Asl di Pescara, morto suicida nel carcere di Vasto (Chieti) poche ore dopo l’arresto.
Mattucci, detenuto nel carcere di Lanciano, si è avvalso della facoltà di non rispondere. Resta nel penitenziario.
Nel frattempo la cooperativa ha provveduto a rimuovere l’ex infermiere dall’incarico di presidente e rappresentante legale. La Rondine, che ha sede legale a Lanciano, conta circa 650 tra dipendenti e collaboratori; opera in Abruzzo e anche fuori regione. A Mattucci è subentrato Alberto Giuliani. In una nota i lavoratori della cooperativa si dicono scioccati ma anche preoccupati per le proprie sorti, tuttavia con la nuova dirigenza La Rondine continuerà ad operare regolarmente.
Eseguita autopsia su corpo psichiatra
Eseguita stamani l’autopsia sul corpo di Sabatino Trotta, 55 anni, direttore del dipartimento di Salute Mentale della Asl di Pescara, che mercoledì notte, poche ore dopo l’arresto, si è suicidato in carcere a Vasto (Chieti).
Lo psichiatra era stato stato arrestato, insieme agli altri due indagati nell’ambito dell’inchiesta della Procura di Pescara. L’autopsia, durata quattro ore, è stata eseguita dal medico legale Pietro Falco, su incarico della Procura di Vasto, che ha aperto un fascicolo sul suicidio di Trotta. Presenti all’autopsia anche i consulenti di parte, i medici legali Adriano Tagliabracci di Ancona e Ciro Montemitro. Falco ha effettuato, come da prassi, i prelievi per i successivi esami istologici e tossicologici.
La moglie e i figli di Trotta, fa sapere il legale Antonio Di Giandomenico, comunicano che la cerimonia funebre si svolgerà in forma strettamente privata, solo con i familiari, e nel rispetto delle vigenti normative anti Covid. Pertanto, si invitano tutti i conoscenti al rispetto scrupoloso delle indicazioni.
Gli appalti in Veneto
La notizia è rimbalzata sulla stampa del Veronese. «La notizia del terremoto giudiziario che ha colpito La Rondine è rimbalzata immediatamente a Nogara dove la stessa cooperativa gestisce dal 2016 tutti i servizi della Residenza per l’esecuzione delle misure di sicurezza grazie ad un appalto di 2,5 milioni di euro all’anno affidato dall’Ulss 9 Scaligera. I 53 dipendenti dell’azienda di Lanciano, che prestano servizio all’ex ospedale Stellini, temono ora ripercussioni per il proprio posto di lavoro visto che ultimamente erano anche arrivate notizie di difficoltà economiche da parte della coop», scrive L’Arena.