Ferito uno dei banditi, aveva un kalashnikov. Nello sportello Postamat c’erano 60 mila euro.

Cinque arresti con sparatoria nella notte a Piane d’Archi (Chieti): è fallito il colpo della banda del bancomat, i carabinieri li stavano aspettando.
Un vero e proprio appostamento, in borghese, tra le case in via Nazionale. I militari dell’Arma hanno atteso che i banditi inserissero la cosiddetta marmotta dentro lo sportello esterno dell’ufficio postale, poi sono usciti coi mitra in pugno.
Un gruppo di ragazzi di Selva di Altino (Chieti), che stava davanti al bar Zappacosta, è rimasto coinvolto nella sparatoria: spaventati alla vista dei mitra, sono scappati con l’auto a retromarcia e si sono ritrovati nel bel mezzo del conflitto a fuoco. Nessun di loro è rimasto ferito, i proiettili hanno colpito solo le gomme dell’Alfa 156.
È accaduto tutto poco dopo le 3. Residenti, svegliati dagli spari, hanno assistito alla scena dietro i vetri dei balconi: “Che spavento – racconta una 70enne del posto – mio figlio mi ha detto di non affacciarmi ma poi ho visto i carabinieri con i mitra in mano e sono rientrata”.
Sul posto i carabinieri, con la scientifica per i rilievi e gli artificieri che hanno dovuto disinnescare la marmotta inesplosa; sono intervenuti anche i vigili del fuoco di Casoli a presidiare il luogo.
Gli artificieri, alle 6 del mattino, hanno evacuato 3 famiglie e il bar Point Cafè di fronte alle poste, complessivamente una dozzina di persone.
Inimmaginabili le conseguenze di una eventuale esplosione della marmotta: la parete esterna dell’ufficio postale ha due contatori del gas mentre, sul retro, la proprietaria della palazzina ha una bombola di gas, “la uso per fare i fritti” dichiara al Tgmax. Le operazioni di disinnesco e bonifica sono terminante introno alle 9 del mattino. La scientifica ha rilevato e catalogato oltre una ventina di bossoli che ricoprivano quel tratto di asfalto della Nazionale.
AGGIORNAMENTO
Uno degli arrestati è stato colpito ad una gamba, è ricoverato all’ospedale di Lanciano: era il malvivente che imbracciava un kalashnikov. La banda proviene dalla Puglia, come era stato accertato anche per altri colpi simili: nell’assalto alle poste di Castel Frentano, il 21 maggio 2017, dopo un lungo inseguimento in A14 le forze dell’ordine erano riuscite a catturare due banditi alle porte di San Severo (Foggia).
Anche la notte scorsa c’è stato un inseguimento, ma molto più breve: dopo il conflitto a fuoco a Piane d’Archi, i carabinieri hanno inseguito i banditi che si sono diretti verso Selva di Altino; all’incrocio con la SS 84, hanno svoltato in direzione Lanciano ma sono stati fermati e catturati in territorio di Casoli.
I militari dell’Arma hanno scoperto che la banda agiva con l’appoggio di un basista sul posto.

Esperienza traumatica per i giovani di Selva di Altino, coinvolti nella sparatoria. Tre ragazzi stavano aspettando in auto che la barista Luana chiudesse il bar Zappacosta per accompagnarla a casa, racconta al Tgmax il gestore Filippo, quando hanno visto degli uomini armati di mitra sbucare in strada. “Scappiamo” ha esclamato Simone ingranando la retromarcia a tutta velocità, per poi ritrovarsi però in braccio ai malviventi, che nel frattempo avevano rotto la vetrata dell’ufficio postale e posizionato circa 4 etti di miscela pirica per farla esplodere.
Così l’Alfa 156 e i suoi quattro occupanti si sono ritrovati inconsapevolmente al centro della scena: i carabinieri, credendo che facessero parte della banda, hanno fatto fuoco sparando alle gomme. Un proiettile ha colpito anche il montante della portiera anteriore destra, fortunatamente senza conseguenze.
AGGIORNAMENTO
La banda catturata è la stessa della rapina a mano armata alla gioielleria Follie d’oro del centro commerciale Lanciano del 26 marzo scorso e dell’assalto allo sportello bancomat della Bper di Mozzagrogna della notte del Primo maggio scorso. Gli arrestati sono tutti del Foggiano: tre di Cerignola, Massimiliano Lionetti, 46 anni, Potito Diglio (36), e Francesco Reddavide (33), e due di Orta Nova, Antonio Cataldo (39 anni) e Cristoforo Aghilar (35), tutti con precedenti specifici. I cinque sono accusati di tentato omicidio, poiché durante le fuga hanno cercato di investire i militari, e poi di porto e detenzione illecita di esplosivi, tentato furto aggravato e ricettazione (poiché l’auto utilizzata per il colpo, una Fiat Stilo, è risultata rubata).
I dettagli sono stati resi noti in conferenza stampa nel comando provinciale dei carabinieri a Chieti, con il capitano di Lanciano Vincenzo Orlando, il tenente Massimo Canale del Norm e il luogotenente Federico Ciancio di Atessa oltre a vari comandanti delle stazioni locali che il colonnello Florimondo Forleo ha ringraziato.
Gli investigatori erano sulle loro tracce, tramite rilevatori GPS posizionati sulle auto di ignari ospiti di alcuni B&B della zona. L’inchiesta, coordinata dal procuratore capo di Lanciano, ha consentito ai carabinieri di Atessa di mettersi sulle tracce dei banditi per tendere l’agguato a Piane d’Archi. Il basista è un pugliese domiciliato a Casoli, in località Verratti, dove aveva allestito il covo con l’auto “pulita” per la fuga. “Ad agire non sono stati sempre gli stessi – commenta il capitano Vincenzo Orlando, comandante della compagnia carabinieri di Lanciano – la banda è composta da più batterie e membri che vengono utilizzati di volta in volta“.
Oltre a Piane d’Archi c’era un altro obiettivo posto sotto osservazione, “già dalla notte precedente” commenta in conferenza stampa al comando provinciale di Chieti, il colonnello Florimondo Forleo. Si temeva anche il colpo allo sportello bancomat Bper di Selva di Altino e in altri posti vicini, perché “questo gruppo si sta spostando da noi – commenta Forleo – in cerca di nuovi territori in cui colpire“.
Il basista, foggiano, si era trasferito in zona per qualche settimana, dichiarando di essere in cerca di lavoro mentre invece preparava i colpi per i compagni della banda. Le indagini proseguono per individuare gli altri soggetti coinvolti.
COMMENTI
Il primo a complimentarsi per la riuscita dell’operazione dei carabinieri è stato il sindaco di Archi, Mario Troilo, intorno alle 8 del mattino. Il messaggio è stato rimbalzato dai sindaci dell’area Sangro-Aventino: “A Piane d’Archi è stato sventato un colpo al bancomat tramite esplosivo. I responsabili sono stati arrestati dopo un conflitto a fuoco che fortunatamente non ha causato vittime. Esprimo immensa gratitudine alle forze dell’ordine che hanno compiuto l’azione e a tutti coloro che quotidianamente, rischiando la propria vita, garantiscono la nostra sicurezza”.
Nel pomeriggio giunge anche il commento del presidente della Provincia, e sindaco di Lanciano, Mario Pupillo, di rientro da un viaggio di famiglia oltreoceano: “L’eccezionale operazione che la scorsa notte ha portato alla cattura di 5 malviventi è la dimostrazione, semmai ce ne fosse bisogno, del lavoro instancabile che le Forze dell’Ordine e l’Autorità Giudiziaria svolgono, quotidianamente, a servizio della comunità. Spesso è un lavoro svolto nell’ombra, in silenzio e proprio per questo efficace. Il nostro grazie va agli uomini e alle donne impegnati a tutela della nostra sicurezza, anche a rischio della propria vita come dimostra l’operazione di questa notte, che ha consentito di assicurare alla giustizia 5 uomini ritenuti responsabili, tra l’altro, della rapina a mano armata nel centro commerciale di Lanciano”.
“Complimenti vivissimi ai Carabinieri del Comando Provinciale di Chieti e alla Procura della Repubblica di Lanciano nella persona del Procuratore capo dott.ssa Di Serio che coordina le indagini conclude Pupillo -. A nome delle Comunità che rappresento istituzionalmente esprimo sentimenti di gratitudine e orgoglio al Comandante provinciale dei Carabinieri Colonnello Florimondo Forleo e al Prefetto Antonio Corona per il successo dell’operazione”.