Sono stati i bambini i veri protagonisti del Dono alla Madonna del Ponte, la festa più legata alla tradizione del Settembre lancianese. L’8 settembre la chiesa celebra la nascita di Maria, ed è proprio a Maria bambina che è dedicata la cattedrale di Lanciano assieme alla diocesi Lanciano-Ortona.
L’8 settembre è anche l’appuntamento con le feste più partecipato dai contradaioli, che sfilano nel corso principale della città, portando donativi e primizie della terra alla santa patrona in segno di ringraziamento. Due ali di folla hanno abbracciato la sfilata, assiepando entrambi i marciapiedi di corso Trento e Trieste.
I carri allegorici, con la riproduzione di scene di vita contadina, mostravano la vita di un tempo nei campi con trattori e animali da tiro e i prodotti della terra frentana, nelle aie con animali domestici e da cortile, nelle case con la preparazione dei pasti tipici, dalla pasta fatta in casa alle pizzelle.
E poi balli, quadriglie, canti popolari e inni alla Madonna, accompagnati dal suono di fisarmoniche, dubotte e tamburelli. Non è passata inosservata qualche contaminazione più moderna che strideva con il folklore più tradizionale.

E non è mancato un riferimento all’attualità: nel 2015 venne omaggiata la lotta contro la deriva petrolifera con il carro “No Ombrina – Salviamo l’Adriatico”, due anni dopo il cuore di Lanciano è dedicato alla montagna ferita del Morrone, bruciato dagli incendi dolosi di agosto.
Al termine della sfilata, la santa messa officiata dall’arcivescovo Emidio Cipollone, assieme a tanti parroci della diocesi in festa: “Il Dono – ha detto – è il legame che lega i figli alla mamma, che nasce dalla tradizione e diventa espressione del presente, che è vivo e bello”.