
“Lo avevamo detto il 31 marzo scorso che le tariffe Tari proposte dal Comune di Lanciano erano sbagliate e comportavano aumenti ben diversi da quelli assicurati dall’amministrazione, ma come sempre la maggioranza del sindaco Mario Pupillo ci rispose che eravamo noi a non aver capito nulla”.
Tonia Paolucci, capogruppo di Libertà in Azione in consiglio comunale, parla apertamente di arroganza del primo cittadino e della sua giunta. Atteggiamento che si è infranto questa mattina, quando Pupillo e Valente hanno dovuto ammettere che c’erano stati ben 1746 errori nelle cartelle recapitate a utenze non domestiche, vale a dire attività commerciali, studi professionali, artigiani, bar e ristoranti. Ognuno pagherà circa il 16 per cento in più del dovuto, salvo poi recuperare la differenza nelle bollette del prossimo anno.
“Quanto accaduto è gravissimo – continua la Paolucci – e non è accettabile che la responsabilità ricada tutta sulle spalle di un dirigente comunale, perché la parte politica era stata informata del problema da mesi e avrebbe potuto chiedere chiarimenti o maggiori approfondimenti. Invece ciò non è avvenuto e il risultato è che molte imprese si troveranno a dover sborsare somme maggiori e non dovute, in attesa di uno storno che non avverrà prima di un anno. Ma Pupillo e i suoi si rendono conto cosa significa, per un’attività in proprio, un ulteriore aggravio di costi in un momento difficile come quello che stiamo attraversando, in cui è a rischio la sopravvivenza delle stesse attività?”.
La capogruppo stigmatizza anche la circostanza che per il terzo anno di fila si sono verificati errori nell’elaborazione delle cartelle: nel 2015, infatti, furono 1800 le cartelle Tari sbagliate recapitate ai lancianesi e l’anno scorso toccò a quelle in cui veniva ricalcolato, male, l’adeguamento della Tarsu del 2013.
“Evidentemente – rimarca – quella lezione non ha insegnato nulla ai nostri amministratori: questa volta è andata pure peggio, perché è sbagliata direttamente la tariffa su cui sono stati eseguiti i calcoli. E sono gli stessi amministratori che da una parte difendono l’affidamento alla EcoLan del servizio di igiene urbana e si vantano della percentuale di raccolta differenziata arrivata al 75 per cento, mentre dall’altro aumentano le tariffe della tassa rifiuti. C’è qualcosa che non va evidentemente e forse i cittadini stanno iniziando a rendersene conto”.