Il procuratore di Chieti assicura: “Faremo chiarezza”

Nessuno finirà sotto processo, l’unico colpevole è morto suicidandosi, ma la Procura di Chieti vuole risolvere il mistero e trovare il movente. “In virtù dell’impatto sociale che ha avuto questa vicenda – dice Francesco Testa, da un anno alla guida della procura chietina – anche se nessuno finirà sotto processo, in Corte d’Assise, perché il caso purtroppo è risolto con la morte dell’unico colpevole, il marito, è intenzione della Procura andare fino in fondo a tutti gli aspetti della vicenda per fare luce su quanto accaduto”.
Il procuratore assicura che verranno esaminati tutti gli aspetti della tragedia della famiglia Filippone per una corretta ricostruzione dei fatti.
Fausto Filippone, 49 anni, manager alla Brioni di Penne (Pescara), nel pomeriggio di domenica 20 maggio ha ucciso la figlia Ludovica, 10 anni, e poi si è suicidato dal viadotto Alento della A14, nel territorio di Francavilla al mare (Chieti). Precedentemente la moglie Marina Angrilli, 51 anni, insegnante di liceo, era stata spinta (secondo l’autopsia) giù dal balcone dell’appartamento di proprietà a Chieti Scalo, morendo qualche ora dopo all’ospedale.

Un testimone, il medico Giuliano Salvio che ha soccorso la donna, ha confermato che Filippone era nel cortile della palazzina di Chieti Scalo, dove la moglie giaceva agonizzante, fino all’arrivo di 118 e polizia. “Ti lascio il numero di telefono e vado a prendere mia figlia”, ha detto al medico che invece gli ha intimato di attender insieme ambulanza e forze dell’ordine. Ma nella confusione dei soccorsi, Filippone è riuscito a dileguarsi per andare a prendere la figlia che stava dalla nonna a Pescara. Nessuno lo ha fermato? “Evidentemente”, ripete il testimone.
“Vorrei sperare che non sia così. Spero che la pattuglia sia arrivata dopo che lui si è allontanato”, dice Francesco Angrilli, fratello della donna morta nel pomeriggio in ospedale. “Ho pieno rispetto e fiducia per le forze dell’ordine con cui ho avuto un rapporto encomiabile di attenzione e sensibilità”, dice. “Attendo le versioni ufficiali delle fonti istituzionali preposte. Non ho intenzione di procedere contro qualcuno”, aggiunge Francesco Angrilli.
A tre giorni dai tragici eventi di domenica scorsa, è ancora commosso Giuliano Salvio, il medico che abita nella palazzina di Chieti Scalo che per primo ha soccorso la donna. Tutto è iniziato da questo cortile retrostante la palazzina, nella zona dei box auto. Salvio esce di casa e si trova davanti la donna stesa a terra. “Sono rimasto diversi minuti da solo con la signora e dopo aver assicurato l’intervento del 118 ho notato una persona. Non si è subito avvicinata. Pensavo fosse uno dei curiosi”. “Gli ho chiesto se conosceva la signora, lui mi ha risposto: è mia moglie. Io pensavo però alla signora”.
Poi, prosegue il testimone, “sono arrivate due ambulanze del 118 insieme a una Volante della Polizia, e a questo punto mi sono disinteressato di Filippone, ma lui continuava a vedere la signora e ad assistere ai soccorsi”.
Venerdì prossimo, 25 maggio, si svolgeranno i funerali di mamma e figlia.