La notizia
Si chiamava Cesina Bambina Damiani la donna di 88 anni trovata morta in casa, domenica sera, dalla collaboratrice famigliare. La notizia del delitto, per cui l’unico indagato è il figlio 64enne Francesco Rotunno, ha sconvolto la comunità di Casoli (Chieti), centro di riferimento della Valle Aventino, dove il giorno dopo la gente scuote la testa ancora incredula per l’accaduto. “Sono cose che non dovrebbero succedere”, dice un residente al Tgmax.
La donna sarebbe stata strangolata nel letto, era disabile. Il figlio se ne prendeva cura da tempo: un impegno gravoso e per il quale l’uomo lasciò anche la borsa lavoro Eca, ottenuta in precedenza dal Comune di Casoli.
Sconcertato il sindaco Massimo Tiberini. “Non posso immaginare che ciò che sta emergendo sia la realtà dei fatti, una famiglia nota e rispettata a Casoli”.
Sull’episodio indagano i carabinieri della compagnia di Lanciano, l’inchiesta è coordinata dalla procura frentana che ha secretato gli atti.
Non si comprendono i motivi del delitto.
L’anziana, vedova e originaria di Palombaro, era tornata a vivere con il figlio in un alloggio popolare a Casoli, sul centralissimo corso Umberto I, da più di cinque mesi. Dapprima era stata ospite in una casa di riposo a Fara San Martino, paese dove si era sposata e dove era nato il figlio Francesco; quest’ultimo è separato e padre di tre figli.
Da diverso tempo i compaesani non lo vedevano molto in giro.
Ad aiutare l’anziana madre c’era anche una badante di Casoli che teneva pulita l’abitazione e faceva la spesa. Ed è stata lei a scoprire sul letto il cadavere della donna, che potrebbe essere stata uccisa con un cavo elettrico. Sarà l’autopsia a stabilire le cause del decesso. Il pm darà l’incarico al medico legale Pietro Falco.
Un’anziana coinquilina non si spiega quanto accaduto, “il figlio – dice ai cronisti sul posto – le voleva molto bene. In casa però non si poteva entrare”.
Il delitto di Casoli è il terzo caso di omicidio avvenuto in pochi mesi in provincia di Chieti e legato al disagio sociale. A Bucchianico, nel luglio scorso, un 15enne con problemi psichiatrici uccise il nonno colpendolo con una sedia ed un aspirapolvere; il ragazzo doveva essere inserito in una struttura riabilitativa. A fine gennaio scorso, ad Ortona un uomo di 70 anni, Roberto Tatasciore, si è impiccato dopo aver strangolato il fratello Antonio, disabile di 74 anni: in un biglietto spiegava di non volersi separare dal congiunto, in procinto di essere ricoverato in una struttura assistenziale.