La notizia

Rappresentano attività locali con “tradizione centenaria di coltivazione di frutteti, uliveti, vigneti e grano” e sottoscrivono in un documento unitario il loro convinto disappunto verso l’ampliamento della discarica di Cerratina di Lanciano (Chieti).
Da Altino a Mozzagrogna, da Atessa a Rocca San Giovanni sono 57 tra imprenditori agricoli, cantine vitivinicole, associazioni di categoria e di produttori a dire no all’aumento di volumetria della discarica, che residua ad oggi di circa 300 mila metri cubi.
Coldiretti, Cia, e poi Cantina Sangro, Frentana, Rinascita, San Giacomo e Cantina sociale di Paglieta e ancora Associazione del peperone dolce di Altino e oleifici Ursini e Camiscia, e tanti altri produttori locali sostengono di essere preoccupati per la gestione della discarica, di proprietà di Ecolan S.p.A. ma gestita da altri. In particolare la situazione “costituisce per noi agricoltori una fonte di notevole preoccupazione per la possibile contaminazione dei prodotti coltivati e conseguentemente consumati”.
I timori aumentano per la salute delle famiglie di agricoltori che risiedono nelle vicinanze della discarica Ecolan e delle altre discariche Semataf e Consortile ex Serre oltre all’ex Cava Saraceni. Sono tuttora vigenti le ordinanze dei Comuni di Lanciano e di Mozzagrogna che vietano “l’utilizzo delle acque dei pozzi per uso industriale, igienico e per le aree verdi a causa delle falde acquifere inquinate”.
“Il nostro territorio attende da anni solo la chiusura degli impianti esistenti con la bonifica dei siti inquinati – scrivono i firmatari del documento – non può essere più gravato da simili impianti di rifiuti”.
Dunque l’appello finale alla Regione Abruzzo, ai sindaci e ai consigli comunali dell’area frentana, della costa dei trabocchi e della val di Sangro, “affinché prendano tutte le iniziative volte ad impedire altri ampliamenti della discarica e/o a trovare comunque soluzioni alternative che non vedano sempre l’area frentana coinvolta in questi progetti”.