[youtube]http://www.youtube.com/watch?v=otS81ZLZ-Jw[/youtube]Servizio Tgmax 4 febbraio 2017 – La ristorazione ospedaliera nell’Asl Lanciano Vasto Chieti finirà in Commissione di Vigilanza alla Regione ma ci saranno anche ispezioni giornaliere, unitamente a personale qualificato, per certificare servizio e qualità offerta. Lo ha annunciato in conferenza stampa il presidente dell’organismo di Vigilanza, Mauro Febbo il quale, per quanto riguarda i lavoratori addetti al servizio, che da poco più di due mesi è gestito da raggruppamento temporaneo formato da due imprese private che si sono aggiudicate l’appalto, parla di situazione da “quasi caporalato”. Con gli addetti alla cucina che si sono visti ridurre l’orario di lavoro, una prima volta da 24 a 20 ore, poi a 7 ore settimanali, i cuochi che sono passati da 36 a 30 a 15, con conseguente drastica riduzione degli stipendi dovuta anche al cambio del contratto applicato, da quello del turismo-commercio a quello delle imprese di pulizia, mentre la paga oraria è scesa da 7,7 euro e 6,8. Ma c’è anche il caso dei 45 lavoratori della Asl del servizio mensa, distaccati temporaneamente al privato “andando contro ogni normativa vigente perché questo procedimento – ha detto Febbo – può essere attuato solo su base volontaria come avvenuto per i lavoratori del settore manutenzione. Questo è ciò che producono le esternalizzazioni che peraltro questo Governo regionale e la Asl di Chieti vorrebbero incrementare all’interno del Project Financing per la realizzazione del nuovo ospedale di Chieti – aggiunge Febbo – che prevede addirittura l’esternalizzazione di 12 servizi per 30 anni. Questo significa impoverimento del territorio e dire ai nostri giovani andate via da Chieti e dall’Abruzzo, e la sinistra politica e quella sindacale tacciono”. Secondo l’esponente di Forza Italia un altro aspetto riguarda la qualità dei pasti prodotti e serviti, “rispetto al quale voglio evidenziare che dai 430 pasti giornalieri forniti si è scesi a soli 230/250 di oggi – dice ancora Febbo. Ciò sta a dimostrare che i pazienti rifiutano un pasto poco gradito, proveniente dall’esterno e non in linea peraltro con la dieta sanitaria. I pasti vengono prodotti a Pescara per essere forniti ai presidi di Pescara, Chieti, Guardiagrele e Torrevecchia. La cucina di Chieti è stata chiusa in attesa di ristrutturazione ma del bando per i lavori da mesi e mesi non se ne sa nulla. E anche su questo ci sarebbe da temere per un’altra ‘espropriazione’ territoriale”.
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