“Non cedo ai ricatti”

“Non c’è possibilità di trattare con il ricatto”: così il sindaco di Chieti, Umberto Di Primio, ha annunciato le dimissioni questa mattina.
La decisione è scaturita dopo la seduta di Consiglio comunale, chiamato a deliberare sul bilancio di previsione. Ma in aula non si sono presentati i cinque consiglieri di Forza Italia e un consigliere dell’Udc.
Lo stesso Di Primio ha ritirato dall’ordine del giorno del Consiglio la delibera sul bilancio di previsione.
Riferendosi ai consiglieri, il sindaco ha specificato: “sono manovrati da qualcuno che dietro dice di comandarli, tant’è che oggi giustamente non sono venuti in Consiglio, e io non sono uno che si fa certo comandare”.
“Ho deciso – ha detto Di Primio alla stampa – che non ci sono più le condizioni per andare avanti e ho rassegnato le dimissioni”.
“Il centrodestra – ha poi aggiunto – perde la grande occasione di fare pulizia al proprio interno, togliendo logiche che non possono appartenere a persone serie”.
“Io – ha concluso Di Primio – credo di aver fatto tutto ciò che potevo, di aver dato a questa città tempo, amore, passione, credo di aver dato anche progetti finanziati e non chiacchiere, come fa qualcuno”.
“Sono stato eletto con una coalizione di centrodestra – scrive Di Primio nella lettera di dimissioni, protocollata in municipio -. Oggi, quella maggioranza uscita dalle urne nel 2015, in aula non è più la stessa. Condizionata dall’esterno, parte di essa – prosegue il sindaco dimissionario – ha determinato la situazione che, raggiunto il suo acme con la impossibilità di approvare il bilancio adottato dalla giunta il 18 aprile scorso, mi costringe a prendere atto che non ci sono le condizioni per andare avanti”.
“Non aver approvato il bilancio neppure oggi – prosegue Di Primio – vuol dire danneggiare l’intera comunità, non pagare le ditte che aspettano di essere pagate dal comune e ritardare la programmazione”.
“Abbiamo 37 milioni di opere finanziate che cambieranno il volto di questa città: mi dispiace per coloro che subiscono i danni dalla mancata approvazione del bilancio, lo subiranno i lavoratori di quelle società che si volevano difendere – aggiunge il primo cittadino -. La mancata approvazione del bilancio mette a forte rischio alcuni fondi che abbiamo già avuto e che sono per il dissesto idrogeologico e non per le sagre. I latini avrebbero detto ad impossibilia nemo tenetur, io dico la stessa cosa”.
“Non senza amarezza, dunque, assumo questa decisione – conclude la lettera di dimissioni – perché mai mi piegherò ai vecchi riti della politica, mai potrò accettare l’insipienza di una classe dirigente che non ha avuto a cuore il bene comune”.