Squadra dell’Atc Pescara

“Gli davamo la caccia dall’anno scorso, sapevamo che era grande ma non immaginavamo così tanto!”: Donato Esposito racconta al Tgmax l’episodio di caccia durante il quale, in braccata con i compagni di squadra (in foto) è riuscito a catturare l’esemplare. “Un maschio di cinque anni – spiega – che pesava 220 chili“.
La cattura è avvenuta a mezzogiorno di sabato scorso, a Manoppello (Pescara), nell’Atc Pescara.
Adesso l’animale è conservato in congelatore, in attesa del responso alle analisi di rito da parte della Asl di Pescara che daranno il via libera alla consumazione delle carni: “C’è il 70 per cento di scarto, solo la pelle peserà 60 chili – spiega il cacciatore, che di professione fa il mugnaio – Utilizzeremo la carne per qualche cena, il resto per fare salami“.
Nessuna festa speciale, quindi, “anche se in 35 anni di attività venatoria – racconta Esposito – non avevo mai visto né catturato, fino ad oggi, un esemplare così grande. Con i denti del cinghiale, invece, realizzerò un trofeo“.
I cinghiali autoctoni praticamente non esistono più, soppiantati dagli ibridi con specie provenienti dall’Europa dell’est, Ungheria soprattutto, dalla stazza molto più grande. “Quello di Manoppello è un caso particolarmente grande, sembrava un cinghiale obeso – dice Esposito sorridendo – ma ho catturato altri esemplari in questi anni dal peso elevato, di circa due quintali, 190 chili al massimo”.