[youtube]http://www.youtube.com/watch?v=7gQGihoeZXM[/youtube]Lanciano, servizio Tgmax 8 agosto 2016 – Wwf, Associazione Antimafie Rita Atria, PeaceLink e Sinistra Anticapitalista regionali intervengono sulla gestione venatoria in Abruzzo e sull’annosa problematica dei cinghiali, sottolineando che la proliferazione degli ungulati è dovuta alla politica e al rapporto con le ‘lobby dei cacciatori’. “La santa alleanza stipulata in questi anni tra cacciatori e Regione Abruzzo ha portato al disastro nella gestione faunistico-venatoria – scrive in una nota Luciano Di Tizio, delegato regionale del WWF Abruzzo -. L’esempio più evidente è proprio la gestione del cinghiale, inadeguata e carente sotto il profilo tecnico e organizzativo. La Regione Abruzzo, non da oggi, è incapace di pianificare e coordinare le attività faunistico-venatorie: da anni è priva di un Piano Faunistico Venatorio aggiornato e non si è dotata dell’Osservatorio Faunistico Regionale, previsto dal 2004 e mai realizzato Chi parla di fauna, lo fa spesso senza avere dati certi”. “Come si fa a gestire un problema di cui non si conosce neppure la reale portata? È notizia di pochi giorni fa che la Regione Abruzzo non ha fornito all’Ispra neppure i dati 2014/15 sui tesserini venatori. Come si fa a pianificare l’attività faunistico-venatoria e a ridurre l’impatto sulle attività antropiche delle specie problematiche in queste condizioni?”, si chiede Di Tizio, chiedendo di “togliere la gestione ai cacciatori e affidarla a esperti della fauna selvatica”. “La politica degli annunci, degli attacchi ad altri enti, dell’individuazione nell’ambiente come un freno e un problema da limitare – si legge in un comunicato di Associazione Antimafie Rita Atria, PeaceLink Abruzzo e Sinistra Anticapitalista Abruzzo – ha corto respiro. La gestione del cinghiale mostra quanto questo territorio ha bisogno di una maggiore e più efficiente pianificazione del territorio e dell’ambiente”. “Documentato che la ‘colpa’ non è delle aree protette, ma che la responsabilità è interamente della politica e delle istituzioni rappresentativa – aggiungono le associazioni – rilanciamo con una proposta diametralmente opposta: si battano tutte le strade che la scienza e la legislazione mette a disposizione per risolvere questo, e altri gravi problemi, e si punti su una pianificazione e politica del territorio e di tutela delle sue ricchezze ed eccellenze”.
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