
Cinghiali, il nuovo regolamento regionale finisce in Procura a Teramo. Una formale denuncia querela per quello che sta succedendo nell’ambito del contenimento dei cinghiali è stata presentata dai presidenti delle Atc Vomano, Franco Porrini, e dell’Atc Salinello, Francesco Sabini.
Secondo Porrini e Sabini, la delibera di Giunta regionale con cui viene pianificato il controllo dei cinghiali, presenta, sulla base delle loro valutazioni, «elementi di forte criticità e manifesta illegittimità – si legge nel comunicato stampa dei due presidenti di Atc -. Situazioni che le istituzioni e le associazioni del mondo venatorio e agricolo avevano fatto presente alla stessa amministrazione regionale. Prima ancora dell’incontro pubblico che si è svolto nelle scorse settimane a di Castelnuovo Vomano, i responsabili degli ATC avevano lamentato la mancata intesa con gli ambiti territoriali di caccia e l’omessa attività di prevenzione obbligatoria imposta dalle leggi nazionali e regionali».
Porrini e Sabini ritengono illegittima anche la nuova figura introdotta dalla delibera regionale, «il responsabile di settore senza indicare i criteri di nomina e i requisiti necessari».
«Lo stesso presidente della Regione Abruzzo, Luciano D’Alfonso, aveva indirizzato una lettera ai comandi provinciali della Polizia Provinciale di tutta la regione – scrivono Porrini e Sabini – con la quale invitava a sospendere ogni iniziativa legata al piano di controllo dei cinghiali per valutare eventuali modifiche e variazioni».
Nella nota alla stampa, i due presidenti di Atc hanno anche denunciato il fatto che «un funzionario regionale avrebbe contravvenuto le indicazioni del presidente della Regione Abruzzo attuando immediatamente il piano di controllo. Sono state così eseguite numerose battute di caccia a partire da sabato 3 giugno, eseguite da squadre composte da cacciatori privati, sotto la direzione di responsabili di settore e della polizia provinciale. I presidenti degli Ambiti Territoriali di Caccia Vomano e Salinello – si legge ancora nella nota – avevano invitato a sospendere ogni operazione segnalando la situazione al comandante della polizia provinciale di Teramo, sottolineando inoltre di non aver segnalato nessun nominativo di cacciatore iscritto o ammesso agli atti che poteva essere utilizzato per l’attuazione del piano di contenimento».
«Una situazione che sicuramente non avrebbe seguito la normativa – secondo i due presidenti di Atc – tanto che in assenza di una preventiva segnalazione da parte dei comitati di gestione degli ATC Vomano e Salinello, la polizia provinciale non poteva, anzi non avrebbe potuto avvalersi di singoli cacciatori ammessi o iscritti agli stessi, violando in difetto il disposto di leggi regionali».
Questa condotta, secondo Porrini e Sabini «ha recato un danno ingiusto all’intero mondo venatorio ai loro interessi e ai loro associati», motivo che ha spinto entrambi a chiedere «un’indagine penale per i presunti reati denunciati affinché tutti coloro che possono aver contribuito anche in concorso alle ipotesi criminose vengano messi in evidenza».
«Siamo stati costretti a questo atto – spiegano nel comunicato stampa Franco Porrini e Francesco Sabini – che avremmo voluto sinceramente evitare. Purtroppo c’è chi continua a ignorare il ruolo degli Atc e noi, se non avessimo presentato questa denuncia, saremmo stati in difetto nei confronti di cacciatori, agricoltori e ambientalisti che, ognuno attraverso le associazioni che li rappresentano, sanno di poter contare sulle attività degli Ambiti Territoriali di Caccia che da sempre hanno fatto della normativa vigente la linea guida di ogni azione sul territorio».