Camera ardente in cattedrale

“Se è stata riaperta la nostra cattedrale, dopo il terremoto degli anni Ottanta, è grazie a lui”. È uno dei primi commenti alla morte dell’Arcivescovo emerito di Lanciano-Ortona Enzio D’Antonio, che si è spento oggi all’età di 94 anni.
Ad attendere l’arrivo del feretro in Cattedrale, dove a mezzogiorno è stata allestita la camera ardente, c’è don Guido Scotti, suo vicario in curia. Tra gli altri, anche Arnaldo De Rosa, amico di famiglia. La salma è stata accompagnata dalle nipoti, Angela ed Egidia D’Antonio.
Ed è proprio la nipote con cui viveva, Angela, a raccontare gli ultimi momenti di vita di don Enzio, come tutti affettuosamente lo hanno sempre chiamato. “Venerdì scorso è caduto in casa, dall’ultimo gradino delle scale interne – racconta non senza commozione la nipote – ricoverato al Renzetti, le sue condizioni si sono aggravate negli ultimi tre giorni a seguito di alcune complicanze. Alle 5 di questa mattina è sopraggiunto l’arresto cardiaco, sul letto d’ospedale”.

“Si è chiuso un altro capitolo”, ha detto poi la nipote alle prime persone accorse in Cattedrale per esprimere il proprio cordoglio ai famigliari.
“Se ne è andato un pezzo della nostra cultura”, commenta Arnaldo De Rosa, amico di famiglia.
Seduto al primo banco, davanti alla salma appena composta, c’è don Scotti che per ora preferisce stare in silenzio e in preghiera.
I funerali solenni di monsignor D’Antonio saranno celebrati domani, mercoledì 18 dicembre, alle ore 15.30. Officerà il rito funebre mons. Tommaso Valentinetti, arcivescovo di Pescara, per lunghi anni parroco della concattedrale di Ortona. Così ha voluto don Enzio.