Possibile lockdown
In Italia per la prima volta i contagi superano la soglia dei 30mila casi in un giorno: siamo alle porte dello “scenario 4” e alle porte di un possibile lockdown. Il premier Giuseppe Conte e il governo entrano nella fase più delicata della gestione del Covid-19. Secondo il bollettino del ministero della Salute sono 31.084 i nuovi casi – comprese vittime e guariti – mentre l’incremento delle vittime è di 199 in 24 ore che portano il totale a 38.321.
Cosa bisogna fare
È fondamentale che la popolazione eviti tutte le occasioni di contatto con persone al di fuori del proprio nucleo abitativo che non siano strettamente necessarie e di rimanere a casa il più possibile.
È obbligatorio adottare comportamenti individuali rigorosi e rispettare le misure igienico-sanitarie relative a distanziamento e uso corretto delle mascherine. Si ribadisce la necessità di rispettare le misure raccomandate dalle autorità sanitarie, compresi i provvedimenti quarantenari dei contatti stretti dei casi accertati e di isolamento dei casi stessi. Lo evidenzia il monitoraggio Iss-ministero della Salute.
Possibile lockdown, decisione a breve
C’è una manciata di giorni per decidere se e come chiudere, di nuovo, il Paese. Con un rischio che, anche nella maggioranza, si insinua in queste ore: che sia già troppo tardi. Il presidente del Consiglio Conte resta fermo sulla sua linea di attendere, prima di ogni decisione, la verifica degli eventuali effetti dell’ultimo Dpcm. Ma, intanto, il virus corre e torna a scatenare le fughe in avanti delle Regioni.
Prima di andare in Aula mercoledì il premier non metterà in campo, salvo cambi di strategia dell’ultim’ora, alcun Dpcm. La probabilità che si vada verso nuove chiusure sale parallelamente all’inarcarsi della curva pandemica. L’idea resterebbe comunque quella di un lockdown leggero. Anche perché, la chiusura totale pone un problema di non poco conto al governo: quello di mettere in campo nuovi miliardi di aiuti. A quel punto un nuovo scostamento di bilancio si renderebbe necessario e il governo dovrebbe riscrivere sia la Nadef che il Documento di Programmazione e Bilancio. Non a caso, parlando ieri notte con i suoi omologhi europei, Conte ha ribadito che il Recovery Fund deve “partire il prima possibile”, perché le casse dello Stato non sono illimitate e perché l’alternativa è quel Mes che, oggi, potrebbe significare la fine della maggioranza.
I dati dell’epidemia in Italia
“La percentuale dei positivi sui tamponi effettuati supera il 10% e non è un buon indicatore: indica che l’epidemia galoppa, che il virus circola in maniera abbastanza veloce”. Così Gianni Rezza, direttore generale della Prevenzione del ministero della Salute, al monitoraggio settimanale Iss-Ministero.
Dai dati del ministero della Salute emerge, inoltre, che sono 16.994 i ricoverati nei reparti ordinari degli ospedali, con un incremento rispetto a ieri di 1.030 pazienti, mentre nelle terapie intensive ci sono oggi 1.746 persone, 95 più di ieri. L’aumento degli attualmente positivi in un giorno è di 26.595 che portano il totale dei malati a 325.786. Molto più ridotto, invece, l’incremento dei guariti: 4.285 nelle ultime 24 ore per un totale di 283.567.

Sale l’indice di trasmissibilità Rt
Nel periodo 8-21 ottobre 2020, l’indice di trasmissibilità Rt calcolato sui casi sintomatici è pari a 1,70. Si riscontrano valori di Rt superiori a 1,25 nella maggior parte delle Regioni/PA italiane, con valori superiori a 1,5.
Piemonte e Lombardia hanno superato la soglia dell’Rt 2, sono rispettivamente a 2.16 e 2.09. La Provincia Autonoma di Bolzano e la Valle d’Aosta vicina al 2 (1.96). In altre 10 regioni italiane l’Rt ha superato la soglia dell’1.5, mentre in Campania l’Rt è poco al di sotto dell’1.5, a 1.49.
Sono i dati contenuti nel monitoraggio settimanale del Ministero della Salute-Iss, relativo alla settimana 19-25 ottobre 2020. Hanno superato la soglia dell’Rt 1.5 la Calabria (1.66) l’Emilia Romagna (1.63), il Friuli Venezia Giulia (1.5), il Lazio (1.51), la Liguria (1.54), il Molise (1.86), la Provincia Autonoma di Trento (1.5) la Puglia (1.65), l’Umbria (1.67) e la Valle d’Aosta (1.89).
Sono 11 le regioni classificate a rischio elevato di una trasmissione non controllata di SARSCoV-2 e Calabria, Lombardia, Piemonte e la provincia di Bolzano sono nello scenario 4. Delle 11 regioni, 5 sono considerate a rischio alto a titolo precauzionale, ma il dato non è attendibile perché la sorveglianza è insufficiente al momento della valutazione.
Altre 8 Regioni e Province autonome sono classificate a rischio moderato con una probabilità elevata di progredire a rischio alto nel prossimo mese.
Quelle a rischio alto sono l’Abruzzo, la Basilicata, la Calabria, la Liguria, la Lombardia, il Piemonte, la Puglia, la Sicilia, la Toscana, la Valle d’Aosta e il Veneto.
L’importanza del tracciamento
“Il tracciamento rimane il nostro obiettivo. Per riportarlo completamente sotto il controllo dobbiamo riabbassare la curva. Una persona positiva anche se ha 5 contatti stretti nelle ultime 48 ore, e spesso ne ha più di 5, è un moltiplicatore enorme e le risorse umane per poter contattare tutte queste persone è difficile da mettere in campo. Quindi il tema è ridurre il numero di casi, piegare la curva e piegando la curva riacquisiamo la capacità di tracciare tutti”. Così il presidente dell’Istituto Superiore di Sanità, Silvio Brusaferro.
“Ci troviamo di fronte ad un Paese – ha aggiunto Brusaferro – che ha adottato misure importanti che si stanno implementando, i cui effetti vedremo alla fine della prossima settimana, 15-20 giorni sono i tempi per comprendere come agiscono sulla diffusione dell’infezione, alle quali però si possono e si debbono inserire ulteriori misure che possono essere e a livello nazionale e a livello locale”.
L’epidemia in Italia è in “rapido peggioramento” e ancora compatibile con uno scenario di tipo 3 ma in evoluzione verso uno scenario di tipo 4. In alcune Regioni italiane la velocità di trasmissione è già compatibile con uno scenario 4, con rischio di tenuta dei servizi sanitari nel breve periodo. Si conferma pertanto una situazione “complessivamente e diffusamente molto grave sul territorio nazionale con rischio di criticità importanti a breve termine in numerose Regioni/PA italiane”.
Superata soglia critica alcune aree mediche
Questa settimana, per la prima volta è stato segnalato il superamento in alcuni territori della soglia critica di occupazione in aree mediche (40%) ed esiste un’alta probabilità che 15 Regioni/PPAA superino le soglie critiche di terapia intensiva e/o aree mediche nel prossimo mese.
Complessivamente, il numero di persone ricoverate in terapia intensiva è salito da 750 (18/10) a 1.208 (25/10); mentre il numero di persone ricoverate in aree mediche è passato da 7.131 (18/10) a 12.006 (25/10).
A scuola il 3,8% dei contagi
“La curva che noi oggi abbiamo di crescita è analoga a quella della popolazione generale ma è altrettanto vero che stiamo collaborando strettamente con il ministero dell’Istruzione per analizzare i dati e per poter fornire un’analisi un po’ più dettagliata, che uscirà nelle prossime giornate, anche per manifestare la massima attenzione e per fare in modo di tutelare da una parte il funzionamento della scuola dall’altra la salute di tutta la popolazione”, spiega il presidente dell’Istituto Superiore di Sanità, Brusaferro. “Saranno fatti tutti gli sforzi per mantenerla aperta”, ha detto dal canto suo Locatelli ricordando che l’ambito scolastico rappresenta il 3,8% di tutti i contagi.