A Lanciano

Nozze d’argento con divorzio per Davide Labbrozzi che lascia la Fiom Cgil dopo, per l’appunto, 25 anni di militanza.
Una decisione che sorprende i tanti che leggono la notizia dal profilo Facebook del segretario dimissionario di Lanciano (Chieti).
Alla base della scelta, che non sembra indolore, ci sarebbero motivazioni personali. “In questi mesi ho vissuto momenti complessi – scrive Labbrozzi – la mia sfera personale mi ha messo più volte a dura prova, ma ne sono uscito più forte di prima”.
Non sfugge ai più attenti il grave problema di salute dei mesi scorsi, affrontato con una lunga degenza dopo il ricovero improvviso in ospedale. Ma Labbrozzi nel suo commiato non ne fa cenno specifico.
Scrive, invece, di volersi costruire “una nuova dimensione”, con nuove energie e “consapevole che in questa vita siamo circondati da tante cose belle che spesso non vediamo”.
Tanti i commenti di stima e apprezzamento che si susseguono al post di commiato del segretario dimissionario. “La Cgil perde un grande uomo prima che un sindacalista”, commenta un amico, “Mancherai al sindacato”, scrive un altro.
Messaggi di auguri per il futuro arrivano dal mondo politico, dal segreatrio Pd di Lanciano Rosetta Madonna e dal consigliere comunale di Chieti Enrico Raimondi. “Un abbraccio e buona fortuna”, è l’augurio di Domenico Bologna, segretario Abruzzo Molise della Fim Cisl.
Tante le battaglie in Val di Sangro, la zona industriale più importante d’Abruzzo: molte vissute assieme a Fim e Uilm e altre sigle sindacali, tra le più recenti c’è la vertenza Honeywell, altre combattute separatamente, come in Sevel. E proprio nella fabbrica del Ducato, lo scorso anno, i delegati Fiom avevano contestato le scelte di Labbrozzi, manifestando il disappunto con una lettera inviata al segretario nazionale Francesca Re David e al coordinatore regionale Andrea Fegatelli.

Labbrozzi, confermato segretario Fiom Chieti nel congresso provinciale di ottobre scorso, ha comunicato la sua decisione a tutti i gruppi dirigenti della Fiom: “Dopo un quarto di secolo – spiega – si può dimostrare a se stessi che si è in grado di fare altro”.