
“Lasciate uscire i cassoni della Honeywell”. Sono stati gli agenti della Digos del Commissariato di Polizia di Lanciano a chiedere ai dipendenti in presidio permanente davanti ai cancelli dei magazzini Travaglini, in Val di Sangro, di far partire le scorte depositate.
La multinazionale americana sta pagando penali da un milione di dollari al giorno per mancato rifornimento ai clienti, che in parte hanno fermato la produzione nei rispettivi stabilimenti. La vertenza della fabbrica di Atessa (Chieti) potrebbe, quindi, provocare altre vertenze come in un domino.
I cassoni, che dovrebbero superare la “dogana” dei dipendenti Honeywell, sono una cinquantina: sono degli speciali imballaggi che contengono complessivamente oltre 2.000 turbocompressori e altri componenti da assemblare ai motori.
Dai sindacati, per ora, solo riposte di diniego agli ispettori della Digos, “da qui non esce nulla della Honeywell”. Sarebbe come annullare le settimane di sciopero fatte finora.
Intanto per domani, giovedì 19 ottobre, una delegazione dei dipendenti incontrerà l’ex premier Matteo Renzi, “Quello che ci ha tolto l’articolo 18” commenta sarcastico il segretario Fiom Davide Labbrozzi.
In campagna elettorale per le elezioni politiche della prossima primavera, il segretario del Pd farà tappa in Abruzzo con il suo treno.
Le fermate previste sono a Pineto (Teramo), Pescara e San Salvo (Chieti), in quest’ultima è programmata la visita allo stabilimento della Pilkington dove a protestare ci saranno i Cobas di Vasto.