Italiani e albanesi

È scattata all’alba l’operazione antidroga, condotta da polizia e guardia di finanza, che ha portato a 25 misure cautelari: cinque persone sono finite in carcere, 12 ai domiciliari e 8 hanno l’obbligo di dimora.
Le accuse, a vario titolo, sono di detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti.
“L’attività illecita documentata – spiega la Questura di Chieti – ha consentito di individuare e disarticolare tre diversi sodalizi criminali, composti da soggetti italiani e albanesi, operanti nelle province di Chieti, Pescara e L’Aquila, dediti in forma continuativa alla detenzione ed allo spaccio delle sostanze stupefacenti”.

Il gruppo albanese a Bucchianico
Il primo gruppo, individuato nel “canale albanese”, la cui base operativa era stata impiantata in un’ampia e isolata tenuta agricola nel comune di Bucchianico (Chieti), “è risultato essere composto perlopiù da personaggi di origine balcanica e gestito da un trentenne albanese, irregolare sul territorio dello Stato, a capo di una fitta rete di spaccio messa in atto soprattutto sul territorio teatino”.
Il gruppo dei tifosi del Chieti
Il secondo gruppo, indicato come “gruppo scalino” e perlopiù composto da soggetti caratterizzati dall’appartenenza alla tifoseria organizzata del Chieti Calcio “89 mai domi”, “aveva impiantato il proprio quartier generale in due noti locali ubicati in Chieti Scalo, il pub The Wanted ed il ristorante Braceria Bulldozer”.
“Era proprio in queste due fiorenti attività commerciali – spiega ancora la Questura – che giungevano e poi venivano lavorate e smistate per lo spaccio al minuto ingenti partite di cocaina destinate prioritariamente alla movida teatina. Proprio per la particolare ermeticità di tale gruppo, si è fatto ricorso all’intervento di agenti undercover del Servizio centrale operativo della Polizia di Stato che, anche attraverso l’utilizzo di telecamere nascoste, ha consentito di disvelare la fitta rete di spaccio gravitante attorno ai due locali, consentendo di acquisire quelle sostanziali fonti di prova sull’attività illecita svolta nei due predetti locali commerciali”.
Il gruppo del foggiano a Pescara
Nel corso delle indagini, inoltre, è stato individuato il terzo canale, il “gruppo pescarese”, al quale gli investigatori sono giunti attraverso approfondimenti investigativi svolti sul conto di una persona, originaria di Cerignola (Foggia), di notevole spessore criminale: l’uomo, tramite l’appoggio in provincia di una cittadina cubana, era in affari con due noti personaggi di spicco della malavita pescarese”.
La droga e gli arresti
Le complesse e articolate attività di indagini condotte hanno consentito, nel corso delle indagini, di eseguire 10 arresti in flagranza e di sequestrare oltre 32 Kg di sostanza stupefacente del tipo marijuana, cospicui quantitativi di cocaina e hashish, nonché contante per 73.000 euro, quale provento dell’illecita attività di spaccio.

La ragazza del pusher
“Amò inizia a scrivere il libro, dai… la ragazza del pusher!”. E’ una delle frasi intercettate dagli investigatori durante le indagini dell’operazione denominata Tallone di Achille e che ha portato a 17 arresti tra Chieti e Pescara, con tre gruppi dediti allo spaccio di sostanze stupefacenti e ben individuati.
I due noti locali di Chieti scalo, il pub The Wanted ed il ristorante braceria Bulldozer, vennero chiusi già a maggio dell’anno scorso, a seguito dell’arresto dei titolari finiti anche nelle maglie di questa inchiesta.

Giovani, spesso minori, consumatori di cocaina ma anche giovani impiegati come vedette per segnalare la presenza di forze dell’ordine; accertamento di episodi di traffico anche internazionale di stupefacenti con piazze di spaccio localizzate prevalentemente a Bucchianico e a Chieti scalo; un giro di cocaina purissima, tanto da far “smascellare” i consumatori, un mercato degli stupefacenti che non copriva solo l’area Chieti Pescara, ma attirava acquirenti anche dalla Puglia; cessione di cocaina ma anche di altre sostanze stupefacenti, a cominciare dalla marijuana; coinvolgimento di un capo ultrà del Chieti Calcio, finito ai domiciliari, e di altri personaggi riconducibili alla tifoseria ultrà teatina del gruppo “89 mai domi”; utilizzo di telecamere e di intercettazioni telefoniche e ambientali.
“Chieti scalo non è una zona franca, per noi è motivo di preoccupazione – ha detto il procuratore capo Francesco Testa nel corso della conferenza stampa alla quale hanno partecipato il questore di Chieti Ruggero Borzacchiello, il comandante provinciale della Guardia di Finanza colonnello Serafino Fiore, il vice questore dello Sco Luigi Bovio e il dirigente della Squadra Mobile di Chieti Miriam D’Anastasio -. Abbiamo la sensazione che Chieti scalo sia considerata come una zona distaccata della città, un po’ dalla cittadinanza, un po’ dalle istituzioni, un po’ forse dalla stessa imprenditoria – ha aggiunto Testa – abbiamo avuto la sensazione che i cittadini di Chieti scalo si siano sentiti lasciati soli ma per noi non è così, per noi i fattori criminali che siedono a Chieti Scalo sono oggetto di attenzione come tutti gli altri”.