
D’Alfonso non si è ancora dimesso, una data per le prossime elezioni regionali non c’è (con la scadenza naturale della legislatura prevista nella prossima primavera) ma il fermento il voto del 4 marzo ha risvegliato i partiti, vecchi e nuovi: il candidato presidente del centrodestra per la Regione Abruzzo sarà nostro, dice la Lega.
“Il prossimo candidato del centrodestra alla presidenza della Regione Abruzzo sarà leghista”: a dirlo è Giuseppe Bellachioma, coordinatore regionale della Lega in Abruzzo, fresco di elezione alla Camera, questa mattina a Pescara, nel corso di una conferenza stampa alla presenza degli altri due parlamentari espressi dal partito, il senatore Alberto Bagnai e il deputato Luigi D’Eramo.
“Non più tardi di un anno fa è stata restituita L’Aquila ai cittadini e alle elezioni politiche la Lega ha ottenuto un risultato straordinario – ha proseguito Bellachioma – che però non ci basta e non ci può bastare, perché noi non scherziamo e siamo pronti a mettere in campo una squadra di persone oneste, competenti e volenterose, per riprenderci anche la Regione Abruzzo”.
Il neo deputato Luigi D’Eramo ha aggiunto: “Da oggi la Lega assume un ruolo principale nella coalizione di centrodestra anche rispetto alle prossime scadenze elettorali, come quelle per il rinnovo di Comuni importanti. Sarebbe cosa buona e giusta – ha aggiunto – se D’Alfonso non aspettasse la convalida degli eletti e si dimettesse”.
“Il Governo uscente sta continuando ad avvelenare i pozzi, distribuendo nomine, come quelle con le quali si punta a inserire tutte figure renziane all’interno del Cnel“, ha aggiunto l’economista Bagnai nel corso di una conferenza stampa. “E’ inappropriato che chi è stato sconfitto continui a fare nomine, quando in realtà ha fatto finta di essere lì per l’ordinaria amministrazione – ha proseguito Bagnai – e invece continua a gestire un’agenda nazionale e internazionale, al solo e unico scopo di rendere più difficile il nostro compito di rendere l’Italia un Paese normale”.
Bagnai ha sottolineato che “i rapporti di forza sono cambiati, come avevo scritto nel 2011, pensate un po’, sul Manifesto, quando dissi che le politiche del Pd avrebbero fatto prevalere la destra e capirete che sulla base di queste previsioni nel 2018 non mi andavo certo a candidare con la sinistra. Questo indipendentemente dal fatto che la sinistra ha tradito tutti i valori di cui era portatrice – ha proseguito il senatore della Lega – compreso quello dell’umanità, come dimostra il modo in cui ha gestito la crisi migratoria e ha trascurato l’esigenza di sicurezza espressa da tutti i cittadini”.