“Forza Italia non mi ricandida? Lo apprendo dai giornali, non ne so niente”. Questo il commento del sen. Antonio Razzi alla notizia della sua non ricandidatura nel partito di Silvio Berlusconi.
Il segretario della 3ª Commissione permanente (Affari esteri, emigrazione) al Senato, amico del dittatore della Corea del Nord Kim Jong-un, non è stato convocato alla sede del partito, a Roma, in piazza di San Lorenzo in Lucina, per firmare l’accettazione della candidatura. Un appuntamento previsto da giorni per tutti i parlamentari ricandidati, scrive il Corriere della Sera, che lo ha raggiunto telefonicamente per un’intervista: «Al momento non so niente. Nessuno mi ha chiamato. Ora sono a casa, sono super influenzato e sto prendendo gli antibiotici… Se non mi chiamano è chiaro che non posso andare a firmare…».

In Abruzzo i forzisti esultano. Dopo aver appreso la notizia dalla stampa, il consigliere regionale Mauro Febbo scrive “Finalmente ce ne siamo liberati!”. L’ispiratore di uno dei personaggi più famosi di Maurizio Crozza in Tv non era affatto gradito nella terra che gli ha dato i natali.
Razzi è nato a Giuliano Teatino (Chieti) il 22 febbraio 1948 ma a 17 anni lasciò l’Abruzzo per emigrare in Svizzera come operaio tessile. La sua prima elezione avvenne con l’Italia dei Valori di Antonio Di Pietro nella circoscrizione A (Europa) nel 2006, nuova elezione con IDV nel 2008 e, infine, il passaggio a Forza Italia e nuova elezione nel 2013 proprio in Abruzzo.
“Ho preso le preferenze. E nel 2013 sono stato eletto in Abruzzo, ero numero quattro e in quella posizione non veniva eletto manco Cristo. Io e Berlusconi abbiamo portato quella lista a vincere in Abruzzo”, replica il sen. Razzi a Radio24 nel corso di un’altra intervista. E quindi incalza sulla sua estromissione dalle candidature per il 4 marzo: “Io inadatto? Di inadatti ce ne sono centinaia, ve lo dice il sottoscritto. Centinaia che non fanno un cazzo dalla mattina alla sera. Io sono lì sempre al lavoro”. Riguardo, infine, alle scelte di Berlusconi, Razzi afferma: “Se candidano gente andata via, che l’hanno tradito, addirittura l’hanno votato per uscire fuori dal Senato questa è la fine del Parlamento. Vuol dire che una cosa del genere fa schifo, me ne voglio andare, non lo voglio neanche più vedere”.