Mille tonnellate in più a settimana

“Casal Bruciato, Eur, via dei Colli Portuensi. Ancora cassonetti dei rifiuti incendiati la notte scorsa. Si allarga a macchia d’olio questo fenomeno criminale che, dall’inizio del 2018 a oggi, ha dato alle fiamme circa 750 cassonetti stradali. Ama è già attiva per la sostituzione ed ha sporto denuncia contro ignoti. Sono gesti vigliacchi che, uniti alla distruzione ed ai furti dei mezzi Ama, pesano sulle tasche e sulla salute dei romani”. E’ quanto scrive Virginia Raggi, sindaco di Roma, sulla sua pagina Fb.
“Il disegno di chi prova a farci tornare indietro è ormai chiaro – prosegue la Raggi – nonostante ci sia ancora chi non vuole aprire gli occhi. Vi invito a denunciare e chiamare immediatamente le forze dell’ordine – è l’appello del primo cittadino – davanti a fenomeni di questo tipo. Il vostro aiuto è fondamentale”.
La Raggi torna a parlare dell’emergenza rifiuti a distanza di un giorno dal suo ultimo post dedicato al tema: “Sui rifiuti è in corso una guerra: la guerra dei rifiuti”, scriveva ventiquattro ore prima. “La ‘gestione dei rifiuti di Roma’, da tempo immemorabile, si è fondata su una ‘commistione tra attività legali ed illegali’ ma oggi ‘si constata un inceppamento’: queste sono le parole che la Procura Nazionale Antimafia – scrive il sindaco – utilizzava nel 2016 per descrivere la recente rottura di un ‘meccanismo’ perverso nel ciclo dei rifiuti. Fatto di amicizie ‘poco raccomandabili’ che alcuni privati utilizzano per smaltire in modo economico e veloce”.

“Incendi nei Tmb, fuoco ai cassonetti, danni alle strutture e ai mezzi di Ama: Roma – scrive la Raggi – è sotto attacco e non siamo solo noi a dirlo. Parlano i dati, le inchieste e i report delle forze dell’ordine”. In una recente intervista, realizzata dopo gli eventi che hanno distrutto il Salario e danneggiato Rocca Cencia, il magistrato Roberto Pennisi, procuratore della Direzione nazionale antimafia, fornisce la sua chiave di lettura, scrive il sindaco nel post, parlando di un possibile sabotaggio”.
“Gli incendi all’interno delle strutture di smaltimento e trattamento dei rifiuti, come dimostrano numerose indagini, sono un affare in mano alle cosiddette eco-mafie. Affari milionari – prosegue Raggi – che coinvolgono tutto il ciclo dei rifiuti, a partire proprio dagli imprenditori che spesso hanno agito in modo illegale. Non solo mafiosi ‘con la coppola’, interni alle cosche, ma spesso piccole associazioni criminali a cui rivolgersi al momento giusto”.
“Ma Roma – chiosa il sindaco – rappresenta un caso unico: gli incendi non servivano a bruciare i rifiuti, ma hanno colpito direttamente le strutture pubbliche di Ama. Noi abbiamo reagito, abbiamo alzato la guardia, innalzando i livelli di sicurezza ed il monitoraggio sui nostri siti. Roma non si piega”.
Nel frattempo, bisogna trovare le soluzioni tampone al temporaneo ridotto funzionamento di Malagrotta.
Il Campidoglio, a fronte delle previste ripercussioni sulla raccolta dei rifiuti, derivanti dalla manutenzione straordinaria dei due impianti privati di trattamento a Malagrotta, si è mosso per tempo. Lo afferma il Movimento 5 Stelle cittadino.
Il Comune, spiega il M5S, ha richiesto un vertice in Prefettura in cui è stato posto il problema della redistribuzione di 500 tonnellate giornaliere. In un successivo tavolo a Palazzo Senatorio, sono state trovate le nuove destinazioni regionali, riferisce la maggioranza che attribuisce i ritardi al privato, colpevole di non aver “liberato i flussi”.
E’ questa la causa per cui, secondo i 5 Stelle, si è determinata la situazione di circa 35 mila cassonetti non svuotati in città a giugno.
Un disguido le cui conseguenze si stanno affrontando tuttora. I rifiuti di Roma trasportati in Abruzzo, compatibilmente con le autorizzazioni accordate, sono stati aumentati di 1.000 tonnellate a settimana da quando i due Tmb (impianti di trattamento meccanico biologico) privati operanti a Malagrotta, in manutenzione, hanno iniziato ad accogliere meno immondizia, fanno sapere sempre i pentastellati.
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