
“Se avesse potuto risolvere tutti i problemi della sua città, lo avrebbe fatto. Se avesse potuto aiutare tutte le famiglie di questa città, lo avrebbe fatto”. È stato l’applauso spontaneo dei presenti, nella camera ardente, a testimoniare la veridicità delle parole pronunciate da padre Mauro, frate conventuale a San Francesco, in un momento di preghiera per Pino Valente.
Sono in tanti a portare l’estremo saluto al vice sindaco di Lanciano, scomparso prematuramente a 47 anni. La camera ardente, allestita nella Casa di conversazione, è rimasta aperta tutta la notte. C’è chi arriva da solo e chi in gruppo o in famiglia. C’è chi resta qualche minuto a pregare, seduto in disparte, e chi si avvicina alla bara per guardare un’ultima volta l’amico, l’assicuratore, il vice sindaco. Sembra impossibile credere che il “guerriero frentano” si sia spento, dopo aver combattuto per 4 mesi contro una malattia improvvisa e crudele. Eppure adesso è lì, costretto in una bara che sembra non contenerlo.
A vegliare la salma ci sono la mamma Annamaria, la moglie Filomena, il fratello Roberto, il padre Gino. Volti sofferenti, sguardi inconsolabili e fissi su quel corpo che non risponderà più alle loro carezze. Mani amorevoli lo sfiorano, alzano il velo della pietas cercando ancora un soffio di calore umano.
Don Emanuele, vice parroco della cattedrale, arriva alle 22.30 per recitare il Santo Rosario dei cinque misteri dolorosi, che si concludono con la morte di Gesù al Monte Calvario. Gli amici di Progetto Lanciano si raccolgono in preghiera davanti al feretro. E a mezzanotte c’è ancora qualcuno che arriva, incredulo, assonnato, trafelato, a rendere omaggio al guerriero frentano, ormai senza vita. Sul corpo un crocifisso a segnare il distacco.
Oggi pomeriggio i funerali nella cattedrale della Madonna del Ponte, le esequie saranno officiate alle 15.30 dall’arcivescovo di Lanciano-Ortona Emidio Cipollone. Il corteo funebre muoverà dalla camera ardente.