Della Fondazione Banco di Napoli
Cultura, tradizioni, eccellenza artigianale e spiritualità: nel presepe napoletano ci sono tutti gli elementi fondativi della nostra terra e della nostra comunità.
Nell’ottica di collegare Napoli, Chieti e Pescara e con esse l’intero Mezzogiorno che la Fondazione Banco di Napoli rappresenta, è stata allestita a Palazzo de’ Mayo a Chieti l’esposizione dello storico Presepe napoletano del ‘700, realizzato dai maestri dell’Associazione Presepistica Napoletana, che conta 400 iscritti tra maestri espositori e cultori del genere presepistico. Una Natività della stessa epoca è esposta anche nell’atrio di Palazzo di Città, a Pescara.

“Il presepe non è soltanto un illustre protagonista della tradizione natalizia di casa nostra tramite la rappresentazione del grande evento cristiano, ma è anche concepito come uno strumento utile per favorire l’aggregazione e la nascita di rapporti interpersonali fra le varie realtà sociali, aiutando soprattutto i soggetti più deboli o in difficoltà. Dalle mani dei maestri emerge l’arte che valorizza il principio a cui la Fondazione tiene di più: la solidarietà sociale – spiega Rossella Paliotto, presidente della Fondazione Banco di Napoli -. Insieme all’Associazione Presepistica Napoletana intendiamo tramandare questi valori, mettendo in mostra la qualità degli artigiani di casa nostra in un contesto di storia e bellezza quale Palazzo de’ Mayo. Il tutto in un periodo magico e carico di significati, come il Natale che annuncia la nascita di Cristo e con essa la rivelazione dell’essenza della nostra esistenza”.
La mostra, inaugurata alla vigilia dell’Immacolata Concezione, resterà aperta fino al 2 febbraio 2020 con ingresso gratuito, il pomeriggio di venerdì, sabato e domenica.
Esposte tra il cortile e il primo piano di Palazzo de’ Mayo, a Chieti, ci sono otto teche del Presepe Settecentesco Napoletano dallo straordinario valore artistico, che rappresentano scene di vita, personaggi dell’epoca e ambienti di lavoro; non mancano spazi dedicati agli strumenti musicali, ai coltelli e alle ceramiche e oggettistica in rame.
All’inaugurazione è intervenuto il sindaco di Chieti Umberto Di Primio: con la mostra “si consolida la strategia della presidente Paliotto di esaltare le eccellenze del territorio per custodire antiche tradizioni”; l’esortazione del primo cittadino è quella di “difendere le eccellenze”.
Presente anche il sindaco di Pescara Carlo Masci, il quale ha riconosciuto come la Fondazione del Banco di Napoli “contribuisca a ricostruire un percorso di valorizzazione del Sud, che è il primo al mondo in tanti settori”. Per Vincenzo Di Baldassarre, vicepresidente della Fondazione, “mettere insieme Campania, Abruzzo e Molise significa coniugare varie emozioni”.
Infine il curatore della Mostra Vincenzo Nicolella ha ricordato: “Napoli era capitale del regno e le province contribuivano con le rispettive qualità. Abbiamo scelto i costumi di Abruzzo e Molise abbinandole infatti alle eccellenze del territorio come le ceramiche ed i coltelli”.
Nel corso della cerimonia inaugurale, a Chieti, la Fondazione Banco di Napoli ha sottoscritto tre convenzioni a scopo culturale e sociale: con la Fondazione Aria presieduta da Alessandro Di Loreto, finalizzata a innovare la figura dell’imprenditore come protagonista del progresso sociale; con la Fondazione Molise Cultura presieduta da Antonella Presutti, volta a valorizzare il patrimonio storico-artistico del Molise favorendo strategie comuni con un occhio particolare al Terzo Settore; infine con l’associazione AltroSud presieduta da Domenico Ferraro, con cui l’archivio sonoro delle tradizioni orali di Abruzzo e Molise viene reso fruibile nella sede di Palazzo de’ Mayo.

La Natività esposta a Pescara
Una Natività della stessa epoca è esposta anche nell’atrio di Palazzo di Città, a Pescara: una “spalletta” realizzata dall’artigiano Antonio Esposito, proprietà di Salvatore Grimaldi, in cui emerge in particolare lo stupore del pastore che ammira l’angelo alato. I vestiti dei pastori sono in seta di San Leucio, cuciti addosso alle piccole statue.
Il sindaco di Pescara Carlo Masci ha ringraziato “per questo dono alla comunità pescarese: siamo legati in maniera inscindibile ai pastori – ha detto -. Quanto al legame con Napoli, siamo stati l’ultima regione ad ammainare la bandiera borbonica e siamo stati gli ultimi a resistere all’Unità d’Italia”.