Co-fondatore comitato regionale

Le medaglie al petto non gli sono mai piaciute, ma questa onorificenza farà sicuramente breccia nel suo cuore.
Il professore Emiliano Giancristofaro, classe 1938, stimato (e temuto) docente di Storia e filosofia per generazioni di studenti al liceo scientifico “Galilei” di Lanciano (Chieti) e poi di Storia delle tradizioni popolari all’università D’Annunzio di Chieti, è stato designato quale “socio meritevole” di Italia Nostra, in occasione del 65/mo anniversario della fondazione del sodalizio che tutela il patrimonio naturalistico e artistico del Belpaese.
Riconoscimento più che meritato, se pensiamo alle innumerevoli battaglie vinte per salvare dalla distruzione i beni del territorio frentano: dall’Abbazia e promontorio di San Giovanni in Venere, a Fossacesia, al reliquato ferroviario della costa dei trabocchi, che oggi è la Via Verde.
Ma andiamo con ordine. Era il 1963 quando il professor Giancristofaro divenne socio di Italia Nostra e, con un gruppo di amici mossi dalla stessa passione, fondò il comitato regionale, del quale è stato presidente per lunghi anni, assieme alla sezione di Lanciano.
Durante la sua pluridecennale militanza nel sodalizio a tutela dei beni comuni, il professore “si è distinto per l’intensa attività di salvaguardia ambientale e culturale che ha portato avanti senza sosta, arrivando a difendere con il suo stesso corpo dalle ruspe boschi, alberi millenari e manufatti antichi che rischiavano l’abbattimento per scopi privatistici e di cementificazione”.
Sua l’invenzione del termine “francavillizzazione”, con cui ha indicato la cementificazione della costa abruzzese, uno dei temi più importanti contro i quali si è battuto.
Come consigliere comunale di Liste civiche, ha fatto apporre il vincolo naturalistico regionale alla secolare Lecceta di Torino di Sangro e quello storico-artistico e paesaggistico nazionale all’abbazia medievale di San Giovanni in Venere a Fossacesia, vincolando assieme al monumento l’intero promontorio, oggi riconosciuto come uno dei luoghi più belli d’Italia.
A Lanciano, la sua città, ha fatto apporre il vincolo architettonico a Villa Marciani, oggi sede della biblioteca comunale, e ad altre ville in stile liberty, in seguito restaurate e abitate.
Con Italia Nostra, sin dalla fine dello scorso millennio, ha sollecitato la Provincia di Chieti per un nuovo uso del reliquato ferroviario come “corridoio verde per la costa teatina”, da cui si è originata l’attuale pista ciclabile e pedonale denominata Via Verde.
Ad maiora semper, prof!