Domenica pomeriggio ultimo spettacolo del cartellone 2017/2018

Domenica 13 maggio, alle ore 18, ultimo appuntamento con la stagione di prosa 2017/2018 al Teatro “Fedele Fenaroli” di Lanciano (Chieti): in cartellone c’è “COPENAGHEN” di Michael Frayn, che sarà portato in scena dalla Compagnia Orsini per la regia di Mauro Avogadro, con Umberto Orsini, Massimo Popolizio e Giuliana Lojodice.
Lo spettacolo in programma domani è la data di recupero dello spettacolo previsto in abbonamento il 25 febbraio scorso e non programmato a causa del maltempo.
Gli scienziati Niels Bohr (Umberto Orsini), sua moglie Margrethe (Giuliana Lojodice) e Werner Heisenberg (Massimo Popolizio) sono protagonisti di uno spettacolo che da 18 anni rappresenta un classico del teatro contemporaneo raccogliendo valutazioni entusiastiche di pubblico e di critica.
La pièce racconta il tentativo di chiarire cosa avvenne nel lontano 1941, a Copenaghen, quando improvvisamente il fisico tedesco Heisenberg fece visita al suo maestro Bohr in una Danimarca occupata dai nazisti. Entrambi coinvolti nella ricerca scientifica, ma su fronti opposti, probabilmente vicini ad un traguardo che avrebbe portato alla bomba atomica, i due scienziati ebbero una conversazione nel giardino della casa di Bohr; il soggetto di quella conversazione ancora oggi resta un mistero e per risolverlo la Storia ha avanzato svariate ipotesi.

Su questi presupposti l’autore Michael Frayn dà vita ad un appassionante intreccio in cui i piani temporali si sovrappongono, offrendo un valore universale alle questioni poste dai protagonisti. Le diverse ipotesi concepite all’epoca vengono qui enunciate una dopo l’altra, riproponendo i possibili incontri tra i due fisici. Non è possibile una sola verità oppure una sintesi efficace delle diverse ipotesi perché ciascuna è semplicemente un punto di vista di chi l’ha enunciata. Tutto è umano, niente è assoluto.
In un luogo che ricorda un’aula di fisica, immersi in un’atmosfera quasi irreale, tre persone, due uomini e una donna, parlano di cose successe in un lontano passato, cose avvenute tanto tempo prima, quando tutti e tre erano ancora vivi. L’asse portante attorno al quale ruota lo spettacolo è, dunque, il motivo per cui l’allievo andò a Copenaghen a trovare il suo maestro.