La notizia

Cosimo, detto Mimmo, Nobile non risponde al gip e professa la sua innocenza.
È durato pochi minuti l’interrogatorio di garanzia nel carcere di Lanciano (Chieti), dove il presunto killer dell’architetto Walter Albi, ucciso il primo agosto scorso in un agguato al bar della Strada Parco a Pescara, è rinchiuso dal giorno dell’arresto, avvenuto il 14 febbraio.

“Nobile si è avvalso della facoltà di non rispondere”, dice l’avvocato Luigi Peluso all’uscita dalla casa circondariale di Villa Stanazzo.
L’uomo è considerato dagli inquirenti l’esecutore materiale dell’agguato in cui rimase ferito gravemente l’ex calciatore Luca Cavallito, anche lui vittima predestinata di quella che pare una resa dei conti, a sfondo malavitoso.
Il mandante del duplice omicidio è Natale Ursino, esponente di spicco di una delle principali ‘ndrine della Locride, che in Abruzzo trova terreno fertile.
La ‘ndrangheta a Pescara
La ‘Ndrangheta entra in rapporto con un certo ambiente pescarese, per lo smercio di cocaina, un mercato particolarmente florido nel capoluogo adriatico, ma si va anche oltre attraverso importanti investimenti.
A questi avevano diretto le loro attenzioni Luca Cavallito e Walter Albi.
Il primo per la realizzazione di alcuni progetti, come le case galleggianti al Porto Turistico, per le quali era stato anche chiesto un finanziamento pubblico, il secondo perché attirato da prospettive finanziarie interessanti con una società d’investimento londinese, al cui vertice, però, ci sarebbe un calabrese, un probabile prestanome.
Ecco come si spiega il legame con Ursino, una cospicua pena per vecchi reati sostanzialmente consumata, e quindi cittadino libero, ma comunque esponente della famiglia Ursino, una delle principali ‘Ndrine di Locri.
Ursino si stabilisce in Abruzzo per ragioni di cuore, una relazione con una donna della provincia di Teramo, ma viene spesso a Pescara ed è qui che gli viene presentato Albi, forse inconsapevole del mondo nel quale si sta affacciando.
Albi ha bisogno costante di denaro che gli viene assicurato anche se in piccole quantità, ma gli viene anche chiesto di far parte di un sistema, ed è qui che gli viene proposto, essendo in possesso di una patente nautica, d’intraprendere un viaggio, per il trasporto di qualcosa d’indefinito, forse un grosso carico di droga. Albi intasca i soldi, ma quel viaggio non lo farà. Uno sgarro imperdonabile per il quale deve pagare,
da qui l’entrata in scena di Cosimo Nobile, pluripregiduicato senza scrupoli già in rotta con Cavallito per screzi risalenti a mesi prima e con l’ambizione di poter fare il salto di qualità, una volta entrato nelle grazie di certi personaggi malavitosi.
Albi e Cavallito sono inaffidabili e vanno eliminati, Nobile esegue il compito ma non in modo impeccabile, commettendo una serie di errori come quello di dimenticare i telefonini sul posto e di
non “finire” Cavallito.