La cerimonia questa mattina

Il genocidio dimenticato dei Rom e dei Sinti da oggi ha un monumento a Lanciano (Chieti): venerdì mattina, inaugurazione con Moni Ovadia e Gad Lerner.

Al Tgmax la testimonianza di Gennaro Spinelli, classe 1937, deportato in Basilicata nel campo di Rapolla (Potenza) all’età di 5 anni.
Il monumento, realizzato in pietra della Majella, raffigura una donna con un bambino fra le braccia: la gonna è impigliata nel filo di ferro, ma lei riesce a liberarsi e a continuare il viaggio. Accanto c’è una ruota, simbolo del viaggio, del cammino di un popolo. L’opera, dello scultore Tonino Santeusanio, è stata finanziata con una raccolta fondi promossa, tramite un comitato internazionale, da Santino Spinelli, artista e docente universitario, ambasciatore della cultura rom nel mondo. Un monumento per ricordare la persecuzione razziale e lo sterminio di cinquecentomila fra Rom e Sinti, in Italia e Germania, tra 1935 e 1945. Spinelli è anche autore della poesia “Auschwitz” (nelle lingue romanì, italiano, inglese ed ebraico) incisa su ceramica laertina, donata dal Comune di Laterza (Taranto), città gemellata con Lanciano, e posta sul basamento. La stessa poesia è sull’altro monumento dedicato al Samudaripen in Europa, il Roma Memorial di Berlino.
Dal 4 ottobre all’Auditorium del Rettorato del Campus a Chieti la serie di incontri e convegni, organizzati, in occasione della ricorrenza delle Leggi razziali e del centenario della Grande Guerra, dall’Università D’Annunzio e dal protettore Stefano Trinchese.
Gli appuntamenti proseguono martedì 30 ottobre con “La Memoria Libera, le Leggi razziali e la Shoa”, durante il quale il rettore Sergio Caputi conferirà la Laurea Honoris Causa a Liliana Segre; il 7 novembre altro titolo con un convegno su “Rifiuto la Guerra”, per una “controcelebrazione della Grande Guerra”. Martedì 29 gennaio 2019 “Il buio e la nebbia”, omosessuali nei campi di concentramento.