Incauto deposito di rifiuti definiti “infiammabili” in aree di manovra e utilizzo di aree di stoccaggio non autorizzate.
Vanno per comprendere le cause di un incendio e trovano violazioni al testo unico ambientale.
È accaduto a Lanciano, in località Cerratina, dove un rogo scoppiò una settimana fa all’interno di un impianto di gestione di rifiuti pericolosi e non.
I carabinieri Forestale di Villa Santa Maria contestano l’incauto deposito di rifiuti definiti “infiammabili” in aree di manovra e l’utilizzo di aree di stoccaggio non autorizzate: il legale rappresentante dell’impianto è stato deferito all’autorità giudiziaria per una serie di violazioni alla normativa ambientale, rilevate dai carabinieri.
I militari erano intervenuti a seguito del rogo scoppiato in un’area esterna, nei pressi di una catasta di penumatici, e in seguito domato dai vigili del fuoco di Casoli e Chieti.
I carabinieri hanno avviato una serie indagini per accertare le cause dell’incendio, da cui si era elevata una densa cortina di fumo.
Sul posto sono intervenuti anche i tecnici dell’Arta Chieti per effettuare i campionamenti di rito dell’aria.
L’indagato rischia da uno a 5 anni di reclusione per la violazione al Codice Penale e da 3 mesi ad 1 anno di reclusione o l’ammenda da 2.600 a 26.000 euro per la violazione al Testo Unico Ambientale.