È polemica in città
“Un uomo, una città, una croce”. Era questo l’intento manifestato dall’Arciconfraternita Morte e Orazione “San Filippo Neri”, con l’uscita del solo Cireneo sulle strade del centro storico di Lanciano (Chieti), invece della processione degli Incappucciati, annullata a causa dell’epidemia da coronavirus.
Un messaggio di fede, di speranza, di supplica nel Giovedì Santo che precede la Pasqua di Resurrezione.
Un messaggio che è stato vanificato da quanti hanno creato, a mano a mano che il percorso si svolgeva, un vero e proprio corteo. Sin dall’uscita del portone della Chiesa di Santa Chiara. Con operatori e non della stampa – non tutti a onor del vero – che si sono letteralmente precipitati addosso alla figura penitenziale.
Non è stato un bel vedere. Tuttavia, per molti che hanno seguito la diretta in TV su Telemax, l’iniziativa voluta dal priore Raffele Sabella è stata un significativo momento di raccoglimento e preghiera.
Come l’inchino per omaggiare la Santa Patrona della città, davanti alla cattedrale della Madonna del Ponte, dove ad attendere il Cireneo c’era il sindaco Mario Pupillo in fascia tricolore.
“L’iniziativa mi è stata comunicata poco prima”, dice il sindaco, respingendo fantomatiche accuse di aver permesso l’evento. “Non è competenza del Comune organizzare questo genere di manifestazioni”. Allo stesso tempo il sindaco ha voluto essere presente in piazza Plebiscito, “come segno di devozione nei confronti del Cireneo, della città e della Madonna del Ponte – spiega -non ho voluto dire di no all’invito”.
Chi invece avrebbe autorizzato l’uscita dalla Chiesa e il tragitto, “per uno solo”, sarebbe stata la questura, presente con una volante del Commissariato di polizia di Lanciano sul posto.
A complicare maggiormente la situazione, oltre ad alcuni confratelli in abiti civili, anche semplici cittadini sono usciti dalle case e si sono accodati al Cireneo. Più che altro per scattare foto e filmare video live sui social: sarà il nuovo fronte della preghiera, “digitale”? Mah.
Il giorno dopo, non si è fatta attendere la dura reprimenda del capo della Chiesa Frentana. In un comunicato l’Arcivescovo Emidio Cipollone, che aveva annullato tutti i iriti della Settimana Santa nella Diocesi, definisce “atto incosciente” l’iniziativa della storica Arciconfraternita. Dopo la Pasqua, avverte mons. Cipollone, “saranno ascoltati tutti i responsabili e presi provvedimenti a livello canonico per le singole persone e per l’Associazione in questione”.