Due settimane dopo l’estradizione concessa dai giudici inglesi di Westminster, Micheal Whitbread , 75 anni, arriva al supercarcere di Lanciano.
Il presunto femminicida di Michele Faiers, 66 anni, trovata uccisa il primo novembre scorso a Casoli, nel casolare in cui la coppia viveva in località Verratti, è stato trasferito a Villa Stanazzo dal penitenziario romano di Rebibbia.
Whitbread è imputato nel processo che inizierà in Corte d’Assise, a Lanciano, il 22 novembre prossimo. Nei suoi confronti l’accusa è di omicidio volontario aggravato della convivente.
La Faiers fu trovata esanime dall’amica connazionale Petrina Kaey, residente a Palombaro, preoccupata perché da giorni non le rispondeva al telefono. Quando la donna arrivò al casolare, la porta non era chiusa a chiave ed entrò: poi la tragica scoperta, con Michele riversa nel letto, colpita a morte da 9 coltellate tra schiena e torace.
Del compagno di vita Micheal, invece, nessuna traccia. L’uomo si era dato alla fuga in auto, il 29 ottobre stesso, giorno del presunto femminicidio, cercando rifugio in Inghilterra a casa della figlia. Qui però ad attenderlo c’era la polizia inglese che lo arrestò.
Whitbread oggi è recluso in una sezione di media sicurezza e non è escluso che presto sia trasferito in altro carcere abruzzese. Da quest’anno, infatti, il penitenziario di Lanciano è divenuto tutto ad alta sorveglianza.
Il 2 aprile scorso l’uomo rimase in silenzio nel corso dell’interrogatorio di garanzia, svolto in remoto dal
gip Chiara D’Alfonso, che aveva già firmato il rinvio a giudizio, fissando l’udienza al 22 novembre prossimo in Corte d’Assise a Lanciano con l’accusa di omicidio volontario aggravato dal rapporto di convivenza.
Nei giorni scorsi l’imputato ha affidato la sua difesa a un memoriale di 60 pagine consegnato al suo difensore, l’avvocato Massimiliano Sichetti che spiega: “Il diario, scritto in inglese, parla del suo rapporto sentimentale e personale con la vittima. Vivevano una profonda e conclamata crisi di relazione da oltre un anno”.