La notizia

Restano ancora da chiarire le cause della morte tragica e inaspettata di Annamaria D’Eliseo, la bidella sessantenne trovata impiccata nel garage di casa, una villa circondata dal verde all’Iconicella di Lanciano (Chieti).
All’ora di pranzo di venerdì è il marito settantenne, Aldo Rodolfo Di Nunzio, ad allertare i carabinieri e a dire di aver trovato il corpo della donna esanime. Un suicidio.
Ma gli inquirenti giunti sul posto, assieme al magistrato di turno della procura del tribunale di Lanciano, alla scientifica del comando provinciale dei carabinieri e al medico legale, non sono convinti.
C’è un particolare del decesso che lascia addirittura presuppore una messinscena, tanto da iscrivere l’uomo, vigile del fuoco in pensione, nel registro degli indagati.
La salma della donna, trovata con dei cavi elettrici attorno al collo, è stata trasferita all’obitorio del Policlinico di Chieti, dove lunedì sarà eseguita l’autopsia che potrà scagionare il marito o spalancargli le porte del carcere.
L’incarico dell’esame autoptico è stato affidato a Cristian D’Ovidio, professore associato di Medicina legale all’Università D’Annunzio.
“Il mio assistito si è dichiarato innocente”, dice al Tgmax l’avvocato Claudio Nardone che ha incontrato Di Nunzio nell’ampia proprietà, dove si coltiva ortofrutta e si vendono “uova di galline felici”, recita il cartello.
Perché Annamaria, oltre all’impegno di collaboratrice scolastica alla primaria “Eroi Ottobrini”, accudiva anche i piccoli animali domestici.
“Era una instancabile lavoratrice”, ricordano di lei a scuola. “Una donna concreta che si dedicava ai cinque figli e si preoccupava che trovassero lavoro”, quanti la conoscevano faticano a credere nell’insano gesto, “aveva un cuore immenso e dispensava sempre consigli da mamma”.
Sullo sfondo vicini e parenti gettano un’ombra di maltrattamenti famigliari, con il marito definito “scontroso” e “geloso”.
“Il mio assistito ha risposto a tutte le domande, ha smentito di aver ucciso la moglie e ha detto di non averla mai maltrattata”, prosegue il difensore. Accuse respinte durante il lungo interrogatorio in caserma, durato fino all’alba di sabato, quando il vedovo è stato rimandato a casa, indagato a piede libero per omicidio volontario.