Il problema è idraulico

Un sopralluogo a 4 metri e mezzo di profondità nel sottosuolo di vico II Corsea fino a metà piazza Garibaldi: a Lanciano (Chieti) il geologo Luigi Carabba e i volontari della protezione civile San Filippo Neri, gli stessi che ispezionarono la scorsa estate la più famosa condotta Sargiacomo sotto il ponte di Diocleziano, venerdì pomeriggio si sono ritrovati immersi nel fango camminando per un tratto dell’antica condotta del Malvò.
Si cerca di comprendere la situazione che si è venuta a creare nel sottosuolo, a seguito del crollo che ha interessato per una decina di metri l’ultimo tratto di vico II Corsea, causandone la chiusura al traffico ormai da sette mesi. “Gli studi affidati ai tecnici sono propedeutici rispetto a quello che sarà il progetto più articolato per sistemare l’aspetto idraulico del centro storico, compreso corso Trento e Trieste”, riferisce al Tgmax l’assessore ai Lavori pubblici Giacinto Verna.
L’analisi dello stato di fatto proseguirà nelle prossime settimane e sarà contenuta nella relazione finale dei tecnici incaricati. Anche i fondaci presenti nell’area, dotati di pozzi, sono oggetto di indagine: si cerca di capire dove vanno a finire le acque bianche e nere che si disperdono a seguito della rottura.

“Stiamo cercando di capire cosa potrebbe accadere in caso di un eventuale nubifragio, come quello del 23 giugno scorso”, spiega Verna, quando vico II Corsea si allagò, con l’acqua che trascinava e ribaltava auto contro i muri delle case.
“La sicurezza è la priorità”, dice il vicesindaco assicurando che da un primo sopralluogo non sembra che gli edifici a ridosso del tratto di strada chiuso siano a rischio, “altrimenti – afferma – avremmo dovuto evacuarli”. La volontà dell’amministrazione comunale è di riportare alla normalità la viabilità dell’area, ma non prima di aver messo in sicurezza la zona.
