Le ipotesi di ricostruzione

Un consulente tecnico d’ufficio del tribunale per fotografare lo stato dell’arte del “corso presentoso“: la giunta di Lanciano (Chieti) ha dato mandato all’avvocatura comunale di chiedere l’accertamento peritale in ordine ai problemi tecnici della nuova pavimentazione di corso Trento e Trieste.
Le macro toppe d’asfalto sono solo una soluzione temporanea, necessaria per motivi di sicurezza, in quanto “i frammenti delle mattonelle rotte in corrispondenza dei tratti carrabili potrebbero colpire i passanti”, spiega al Tgmax l’assessore ai lavori pubblici Paolo Bomba.
Il ctu è chiamato quindi a stabilire con certezza le cause delle rotture, “se dipendono dai materiali utilizzati, dalla colla impiegata per la posa in opera, dal sottofondo della pavimentazione in gres o da altro” e conseguentemente “saranno individuate le responsabilità”.
Per la sistemazione definitiva su via de Crecchio e via Dalmazia, le intersezioni carrabili dell’asse viario pedonale, “sono due le ipotesi percorribili” anticipa al Tgmax l’assessore Bomba: una consiste nella posa di un asfalto stampato con lo stesso disegno del “corso presentoso” mentre l’alternativa consiste nel riproporre sempre lo stesso disegno ma utilizzando la pietra scura del basalto (come quella della pavimentazione di piazza Plebiscito) e la pietra bianca di Trani, di spessore adeguato. In quest’ultimo caso, specifica l’assessore, sarà necessario adeguare il sottofondo alla nuova profondità necessaria.
L’atto in delibera di giunta
“L’obiettivo della giunta Paolini – conclude l’assessore Bomba – è risolvere al più presto il problema per motivi sia di sicurezza che di decoro urbano”.
È quindi iniziato l’iter giudiziario, con l’Amministrazione comunale che “propone ricorso per accertamento tecnico preventivo ex art. 696 bis innanzi al Tribunale di Lanciano – si legge nella delibera di giunta – per la verifica dell’entità dell’inadempimento della Ditta, società appaltatrice, a fronte dei palesati e denunciati vizi (azione ex art. 1667 c.c.) nonché del pericolo concreto di rovina dell’opera rilevante ex art. 1669 c.c., e delle attività necessarie per il ripristino della naturale funzionalità dell’opera stessa per renderla complessivamente realizzata a regola d’arte; in ogni caso previo tentativo di composizione della lite così come previsto dal rito”.