Scavo clandestino

Avrebbe dovuto consegnarli ad un museo, nel rispetto della normativa in materia di tutela dei beni culturali, e invece li aveva messi in vendita su internet.
Scoperto dai carabinieri, è stato denunciato un pensionato sessantenne di Lanciano (Chieti), che chiedeva ad un eventuale acquirente-collezionista 80mila euro per un “cratere canosino a volute”. L’oggetto era in vendita su Market Place di Facebook. “Avrebbe potuto finire in mani sbagliate, anche all’estero”, commenta al Tgmax il cap. Manuel Curreri, comandante del Nucleo tutela patrimonio culturale dell’Aquila. A casa l’uomo conservava anche un “piattello a vernice nera”. A sua discolpa, ha dichiarato agli inquirenti di averli ereditati.
Gli oggetti, sequestrati dai militari, sono risalenti il primo al IV secolo a.C. e il secondo al II-II sec. a.C. I due reperti archeologici costituiscono parte del corredo funerario di un contesto sepolcrale del nord della Puglia. Secondo gli inquirenti, provengono da uno scavo clandestino del Foggiano, eseguito circa 60 anni fa.
I due reperti adesso sono conservati nel Polo museale “Santo Spirito” di Lanciano.

La notizia
I carabinieri del Nucleo tutela patrimonio culturale di L’Aquila hanno dato esecuzione ad un decreto di sequestro emesso dall’Ufficio del giudice per le indagini preliminari di Lanciano (Chieti), su richiesta della locale Procura, di un cratere canosino a volute e un piattello a vernice nera.
I reperti, dichiarati di interesse culturale dalla Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Chieti e Pescara, sono stati localizzati dal Nucleo TPC nell’ambito del monitoraggio dei siti internet dedicati alla vendita on-line. Il provvedimento dell’Autorità Giudiziaria ha consentito di recuperare i beni prima che gli stessi potessero essere irrimediabilmente perduti.
Il cratere a volute decorato a tempera con nastri e motivi vegetali è risalente al IV a.C. e la coppa in vernice nera su alto piede ad anello è risalente al III-II sec. a.C. Entrambi gli oggetti, provento di scavo clandestino, costituiscono parte del corredo funerario di un contesto sepolcrale apulo.
La coppia di beni è stata restituita e collocata nel Polo Museale “Santo Spirito” di Lanciano, andando ad arricchire l’importante collezione archeologica esposta a fruizione dell’intera collettività.
Il responsabile è stato indagato per l’inosservanza dei provvedimenti dell’autorità di cui all’art. 180 del Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio D. Lgs 42/2004.