
“Non era, quella fascista, la Patria che aveva meritato il sacrificio eroico di tanti soldati italiani. La Patria, che rinasceva dalle ceneri della guerra, si ricollegava direttamente al Risorgimento, ai suoi ideali di libertà, umanità, civiltà e fratellanza”. Lo ha detto il Presidente Sergio Mattarella a Casoli (Chieti), nel corso dell’intervento al tatro comunale dove è stata celebrata la Festa della Liberazione. “Non fu, dunque, per caso, che gli uomini della Brigata Maiella scelsero per sé stessi la denominazione di patrioti. La stessa dei giovani che andavano a morire in nome dell’Unità di Italia”.
Il Presidente ha terminato nel teatro comunale di Casoli, alle 12.30, la sua visita nella terra della Brigata Maiella: l’inizio del breve tour alle 10 con la deposizione della corona d’alloro al sacrario di Taranta Peligna, poi la visita a Casoli, in forma privata, al Castello ducale dove venne fondata la Brigata Maiella col primo gruppo di 15 uomini e a Palazzo Tilli, luogo recentemente ristrutturato, sede di un campo di concentramento di internati.
“Sono particolarmente lieto di celebrare qui a Casoli, uno dei centri nevralgici della Resistenza abruzzese, il 25 aprile, la festa della Liberazione. Questa occasione – ha detto Mattarella nel suo discorso al teatro – ci permette, infatti, di ricordare le pagine di storia non sempre adeguatamente conosciute, scritte dalla Resistenza nel Mezzogiorno d’Italia”.
“In questa Regione, così bella e così fiera – ha aggiunto il Presidente davanti alla platea affollata dai sindaci del Sangro-Aventino – si svolsero, tra il 1943 e il 1944, alcuni degli episodi più drammatici e decisivi della lunga e sanguinosa guerra per liberare l’Italia dal nazifascismo e per restituire il nostro Paese al novero delle nazioni democratiche e pienamente civili”.
La Resistenza è nata in Abruzzo – “La nascita del movimento della Resistenza, che mosse i primi passi in Abruzzo – ha ricordato Mattarella – segna il vero spartiacque della storia nazionale del secolo scorso. Chiude la fase della dittatura e porta l’Italia verso la libertà. La restaurazione della vita democratica, dopo il cupo ventennio fascista, ha le sue radici nella Resistenza, iniziata qui, in Abruzzo. E la nostra Costituzione, sigillo di libertà e democrazia, come scrisse Costantino Mortati nel 1955, nel decennale della Liberazione, si collega al grande moto di rinnovamento espresso dalla Resistenza”.
Il 25 aprile fu lotta civiltà contro massacratori non solo al Nord, lo dimostrano le tante insurrezioni al Sud – “La Resistenza fu un movimento corale, ampio e variegato, difficile da racchiudere in categorie o giudizi troppo sintetici o ristretti – ha detto Mattarella nel suo discorso a Casoli -. A lungo è stata rappresentata quasi esclusivamente come sinonimo di guerra partigiana, nelle regioni del Nord d’Italia o nelle grandi città”.
“Le tante insurrezioni, da Napoli a Matera, da Nola a Capua, alle tante avvenute in Abruzzo, attestano la percezione da parte degli italiani della posta in gioco: da una parte i massacratori, gli aguzzini, i persecutori di ebrei – ha detto Mattarella – dall’altra la civiltà, la libertà, il rispetto dei diritti inviolabili di ogni persona”.
Mattarella ricorda Ciampi, applauso folla – Applauso della platea e della folla all’esterno del teatro comunale di Casoli quando il Presidente Mattarella ha ricordato il predecessore al Quirinale, Carlo Azeglio Ciampi, in visita al sacrario di Taranta Peligna il 25 aprile 2001. “Si aprirono così, tra questi monti impervi, i sentieri della libertà – ha detto Mattarella nel suo discorso sulla Resistenza in Abruzzo -. Pastori, cacciatori, guide locali accompagnavano generosamente soldati alleati e italiani, ebrei, fuggiaschi e perseguitati al di là della Linea Gustav, mettendoli in salvo. Tra questi ci fu anche il mio illustre predecessore, Carlo Azeglio Ciampi, in fuga con un suo amico ebreo, Beniamino Sadùn”.
Infine, il Presidente ha voluto rivolgere un omaggio ai Caduti alleati. In particolare ha ricordato ciò che i perseguitati in fuga dicevano degli abruzzesi, sottolineandone generosità e ospitalità: “ci accoglievano nelle loro case senza chiederci il passaporto. E meno avevano, più condividevano”.
Terminato il discorso tra gli applausi dei presenti, il Presidente ha salutato i pochissimi reduci della Brigata Maiella in platea, assieme a vedove e figli.
Tra gli applausi calorosi dalla folla, il Presidente Mattarella è infine ripartito alla volta di Roma in elicottero, dal campo sportivo di Casoli. La tappa prevista precedentemente a Palombaro, per il pranzo, è stata annullata.