
Metanodotto Larino Chieti: dopo il sindaco Umberto Di Primio, nella querelle sull’infrastruttura in corso di approvazione dal Comune capoluogo interviene il funzionario della Società Gasdotti Italia, Marcello Michetti. L’architetto, già presidente del Consiglio comunale di Chieti fino ad aprile 2015, risponde a Nuovo Senso Civico e alle dichiarazioni rilasciate a Telemax e pubblicate sul sito web dell’emittente il 10 giugno scorso. Nel comunicato stampa, Michetti si dice stupito delle dichiarazioni rese da Alessandro Lanci, presidente di Nuovo Senso Civico, e ribadisce quanto già dichiarato dal sindaco di Chieti in merito al ristoro ambientale, ovvero 20.000 Euro a fronte di circa 1,9 Km di metanodotto sul territorio comunale. Il funzionario della SGI precisa anche che il ristoro ambientale del Comune di Lanciano sarà di 100.000 Euro a fronte di 12 Km e 2 impianti. Circostanza, quest’ultima, da verificare con l’amministrazione frentana che precedentemente aveva dichiarato a Telemax ben altri importi.
Il Comunicato stampa integrale di Marcello Michetti.
«Leggo con un misto di stupore e disgusto le dichiarazioni rese del presidente dell’Associazione Nuovo Senso Civico, Alessandro Lanci, il quale, in merito al procedimento di Autorizzazione Unica del metanodotto Larino-Chieti, argomenta varie supposizioni tirando in ballo la mia persona.
Questo signore, che non conosco, da quello che riferisce, pare invece di aver fatto un’accurata indagine sulla mia precedente vita politica (Presidente del Consiglio Comunale di Chieti fino all’aprile del 2015) e professionale attuale (dirigente di “peso” della SGI, Società committente del metanodotto Larino-Chieti).
Il signor Lanci sforna con disinvoltura congetture sul mio doppio ruolo arrivando a tradurlo come una sorta di “pesante” influenza nelle trattative per l’ottenimento dei pareri di alcuni comuni.
Nell’ambito di questa “pesante” influenza, per esempio, lascia intendere che, al fine di acquisire pareri favorevoli da parte dei comuni di area centro-destra, tra i quali Chieti, avrei accordato ristori ambientali sproporzionatamente alti, alla pari, se non maggiori, rispetto ad altre municipalità con percorrenze ben superiori, tra le quali Lanciano.

Tali argomenti sono destituiti di ogni fondamento!
· Il mio ruolo di Presidente del Consiglio Comunale è decaduto da oltre due anni, la mia vita professionale attuale è completamente disgiunta da tale precedente incarico istituzionale, né rivesto cariche politiche attive.
· Non sono il responsabile della SGI, bensì un funzionario incaricato di seguire gli iter e le procedure autorizzative per conto della Direzione Tecnica. Nell’ambito di tale incarico sono delegato al mantenimento dei rapporti con tutte le pubbliche amministrazioni interessate dall’opera al fine di ottenere il rilascio dei competenti pareri, ai sensi e nel rispetto delle leggi vigenti in materia, tra queste il DPR 327/2001 e la Legge 239/2004, nella piena trasparenza e nella rigorosa osservanza delle procedure e del codice etico aziendali.
· I comuni che hanno dato parere favorevole si sono regolarmente espressi con provvedimenti chiari e trasparenti e non con il “silenzio – assenso”, essi sono più numerosi di quanto asserisce il Lanci e non tutti appartengono all’area cosiddetta di centro-destra.
· Ai sensi della Legge 239/2004, in base ai parametri economici applicati proporzionalmente al costo di costruzione dell’opera, alla percorrenza del metanodotto nei vari territori comunali e alla presenza di eventuali impianti di superficie, questi sono i ristori ambientali spettanti ai Comuni di Lanciano e Chieti :
· Lanciano, circa 12 km, 2 impianti, Euro 100.000; Chieti , circa 1,9 km, 1 impianto, Euro 20.000.
· Ne consegue che non ho accordato in alcun modo trattamenti diversificati o sproporzionati rispetto ai parametri economici assegnati all’intera linea tra i 25 comuni interessati dall’opera, sia
tra Chieti e Lanciano, sia tra i presunti comuni di centro-destra ed altri di diverso orientamento politico.

La “squallida storia” evocata dal Lanci non è altro che una fantasiosa costruzione di un castello di sabbia sul nulla. Un nulla però costruito per fare del male a persone per bene e di specchiata onestà e serietà, farcito com’è di evidenti inesattezze, di congetture farneticanti, di vere e proprie diffamazioni. Un nulla furbescamente e cinicamente utilizzabile dal signor Lanci per rilanciare un contrasto verso un opera dichiarata, suo malgrado, ambientalmente sostenibile, come statuito dalla compatibilità rilasciata della Regione Abruzzo nel luglio 2016: insomma un vero “Cavallo di Troia” che lo autorizza a rappresentare drammatici disastri naturali attraverso “un cocktail di stoccaggi, frane e terremoti” che, oltre essere un’autentica sciocchezza crea solo allarmismi e sconcerto presso la popolazione.
Per tutto questo il signor Lanci dovrà assumersi tutte le responsabilità, anche dinanzi le competenti sedi di giustizia».