
Uno striscione recita “No al terremoto fiscale” e su un camion campeggia un cartello con la scritta: “È incomprensibile. Reduci dal terremoto, vittime dello Stato“.
Con questi slogan sono partiti in corteo all’Aquila migliaia di cittadini, imprenditori, commercianti e studenti, con politici e amministratori, nella manifestazione organizzata da Comune dell’Aquila e Regione Abruzzo per dire no alla richiesta di pagamento per intero richiesta dalla Commissione Europea, anziché con abbattimento del 60% come previsto dalla legge, delle tasse sospese a imprese e professionisti nel cratere del sisma del 2009.
Sarebbero circa 350 le imprese e le partite Iva, secondo quanto appreso, a cui sono state notificate cartelle esattoriali per complessivi oltre 100 milioni di euro a cui vanno aggiunte sanzioni e interessi.

E’ emerso che i Governi italiani, per dieci diverse calamità avevano concesso vantaggi fiscali a imprese senza mai notificare l’intervento alla Commissione Europea e senza rispettare i regolamenti comunitari. Da quel momento è partita una interlocuzione tra la Commissione e i Governi italiani che si è protratta negli anni coinvolgendo 4 governi nazionali. All’esito di questo lavoro è stata notificata una Procedura di Infrazione con la richiesta di recupero dei vantaggi fiscali concessi.

“Vogliamo rispondere così a questa iniquità – dice il presidente dell’Ance L’Aquila, Ettore Barattelli – a Roma andremo se non ci saranno risultati da questa nostra azione”. Chiuse le saracinesche dei negozi, sfilano anche parlamentari, il vice presidente della Regione Giovanni Lolli, il presidente del Consiglio regionale Giuseppe Di Pangrazio. Aprono il corteo i gonfaloni di Comune e Provincia, con due moto della Polizia Municipale.

“Stiamo facendo una battaglia di civiltà – dice il sindaco Pierluigi Biondi, nel suo intervento – prima vengono i diritti di una nazione e poi vengono le norme europee“.