
Non solo dimenticanze: ci sono anche genitori che non hanno proprio intenzione di far vaccinare i propri figli.
Accade a Sulmona (L’Aquila), all’Istituto comprensivo “Serafini – Di Stefano”: quattro bambini non sono risultati in regola con i vaccini e la dirigente scolastica li ha rimandati tutti a casa, ordinando alle rispettive famiglie di mettersi in regola con le disposizioni di legge.
“Si tratta di quattro differenti casi”, spiega la dirigente Elvira Tonti. Due sono in via di risoluzione, “perché provocati da una semplice dimenticanza che sarà risolta già da domani” spiega la dirigente. “Gli altri due invece – specifica – per il rifiuto dei genitori di vaccinare i figli“.

Nel frattempo ambulatori affollati al Servizio di igiene, epidemiologia e sanità pubblica della Asl di Teamo, per le vaccinazioni obbligatorie dei ragazzi fino a 16 anni: oggi è il primo giorno di scuola dopo la scadenza dei termini previsti dal decreto Lorenzin.
Nonostante il lavoro di comunicazione e assistenza organizzato dall’azienda sanitaria e delle 44 dirigenze scolastiche della provincia, molti genitori non hanno ottemperato all’obbligo e oggi hanno rischiato di vedere i propri figli respinti a scuola in assenza della certificazione di avvenuta vaccinazione.
Com’era già successo nello scorso mese di settembre, i medici e il personale infermieristico nei centri vaccinali (di Casalena a Teramo, Roseto, Giulianova, Atri, Nereto, Silvi, Montorio e Tortoreto) hanno sostenuto turni pesanti per garantire il vaccino ai ritardatari. Non si è trattato comunque dell’assalto della scorsa estate, quando scattò l’obbligo di immunizzazione e buona parte dei circa 47 mila giovani, di cui 16.500 da zero a sei anni, si presentò negli ambulatori per vaccinarsi, tuttavia si è trattato di un flusso sostenuto a cui è stato necessario far fronte con la dovuta professionalità.