La notizia

Il killer di Pescara ha agito in meno di 40 secondi. Tutta la scena del delitto è contenuta in un video registrato dalle telecamere della videosorveglianza del Bar del Parco, in via Ravasco.
Casco integrale sul volto, giacca nera, jeans chiari, zaino sul petto, pistola in pugno: dapprima i colpi dall’esterno del locale, attraverso la siepe, con cui ferisce le sue due vittime, sedute entrambe allo stesso lato del tavolo; dopo entra nel dehors, passando tra i vasi, e spara ancora, a distanza ravvicinata, mirando alla testa. Walter Albi muore sul colpo, Luca Cavallito invece giace a terra ferito gravemente. Ma l’assassino non lo sa. Rovescia una sedia, prende le chiavi di un’automobile e dei telefoni cellulari e, infine, fugge mentre i clienti fuggono o si nascondo sotto i tavoli.
Le immagini delle telecamere di videosorveglianza descrivono l’agguato avvenuto lunedì sera, confermando come l’azione si sia svolta in tempi rapidi.
Esecuzione in stile mafioso
L’agguato è costato la vita a Walter Albi, architetto 66enne di Francavilla al mare (Chieti), mentre il secondo bersaglio, Luca Cavallito, 49 anni, di Montesilvano (Pescara) è ricoverato in condizioni critiche in Rianimazione, dopo intervento chirurgico.
Tutto porta a pensare ad un’esecuzione in perfetto stile mafioso. A partire dal fatto che l’aggressore abbia sparato a distanza ravvicinata, come fossero colpi di grazia. Almeno otto i bossoli trovati a terra.
Il caso è considerato estremamente difficile, soprattutto perché i telefoni cellulari sono stati portati via: attraverso gli smartphone sarebbe stato possibile ricostruire gli ultimi contatti di Albi e Cavallito. La speranza è ora che il 49enne possa svegliarsi e parlare.
Le sue condizioni, però, nonostante gli interventi chirurgici andati avanti fino alle 5 del mattino, restano disperate. E’ stato raggiunto da almeno quattro colpi. Cavallito, infatti, come ha sottolineato la Asl nel bollettino medico, è arrivato in sala operatoria “in condizioni gravissime per shock emorragico dovuto a ferite multiple da arma da fuoco interessati torace, addome, arto superiore destro e massiccio facciale”.
Proseguono senza sosta, intanto, le indagini della Polizia, che sta raccogliendo testimonianze ed eseguendo perquisizioni.
Città sotto schock
L’attività investigativa della squadra Mobile è coordinata dalla Procura di Pescara, con il procuratore capo Giuseppe Bellelli e il sostituto Andrea Di Giovanni. Si scava a fondo nella vita delle due vittime, sulle loro relazioni. Manca ancora il movente, ma si parla di questioni economiche e di un appuntamento con qualche persona che i due, amici da tempo, avrebbero atteso al bar.
La città, intanto, è ancora sotto shock. Il fatto è avvenuto sulla frequentatissima Strada Parco, all’angolo con via Ravasco, zona residenziale a due passi dalla riviera e dal centro cittadino, mentre famiglie con bambini tornavano a casa dal mare. “Non sto bene. Non posso stare bene. Non siamo abituati a queste cose. Le vediamo nei film”, dice la titolare del bar. “Questo delitto così efferato non fa parte della cultura dei pescaresi. È necessaria una chiara e forte risposta da parte degli organi territoriali dello Stato perché i cittadini questo chiedono”, dice il sindaco Carlo Masci, davanti al locale.
Nel pomeriggio si è riunito il Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica, convocato dal prefetto, Giancarlo Di Vincenzo.