Ce li ritroviamo in discariche improvvisate lungo i corsi d’acqua e nelle campagne, abbandonati illecitamente da quanti non vogliono accollarsi il peso economico, non indifferente, dello smaltimento: è il cemento amianto, l’oggetto di un accordo di programma tra la Regione Abruzzo e Ecolan Spa, che prevede la mappatura e censimento (con tecniche di telerilevamento) della presenza di cemento amianto nel territorio dei 53 comuni soci della partecipata pubblica dei rifiuti.
“Il progetto pilota (basato su un brevetto con siero di latte) non indica, però, impianti di trattamento da realizzare sul territorio di Lanciano”, spiega al Tgmax il presidente Massimo Ranieri all’indomani dell’allarme lanciato dal gruppo civico di maggioranza Progetto Lanciano.
Con una delibera del 27 ottobre scorso, precisa Ranieri, il Cda Ecolan ha escluso il punto C) dell’accordo in cui si chiedeva alla S.p.a. pubblica di Lanciano di mettere a disposizione un terreno per realizzare un impianto di trattamento dei materiali contenenti amianto (Mca).
IL PROGETTO PILOTA
II progetto sperimentale messo a punto da uno Spin off dell’Università “G. D’Annunzio” di Chieti, la Res Gea Srl, insieme ad altri soggetti, prevede un processo che utilizza uno scarto alimentare, avente un pH acido (siero del latte) per decomporre a temperatura ambiente la fase cementizia (85%) e liberare le fibre di amianto (15%) in essa inglobate; fibre che in seguito vengono denaturate e decomposte in ioni magnesio e silicato mediante un processo idrotermico a 1700C.
IL FUTURO PROSSIMO
“Comunque Eco.Lan SpA continuerà a partecipare ai tavoli tecnici del Gruppo di Lavoro (della Regione Abruzzo, ndr) – specifica Ranieri – perché riteniamo che non si possa far finta che non esista un problema AMIANTO; ci sono immense coperture in cemento amianto di strutture industriali e non, che nel prossimo futuro vanno gestite, ma anche i piccoli quantitativi di cemento amianto sono un problema, abbandoni ovunque”.
“Ritengo – spiega il geologo, presidente della Ecolan – che una soluzione che miri al RECUPERO dei materiali e non al loro smaltimento in discarica consentirebbe di contenere i costi (parte dei costi verrebbero compensati dal recupero di materiali e minerali) ed eviterebbe la nascita di discariche autorizzate e/o abusive”.
“Ritengo altresì – aggiunge Ranieri – che il problema non sia dove realizzare un impianto industriale (chiaramente in un sito idoneo) ma come gestire questa tipologia di rifiuto“. Perché “lo smaltimento in discarica è un modo sbagliato di gestire il problema generale dei rifiuti, è da irresponsabili – conclude il presidente della Ecolan – Semplicemente lasciamo la palla ai nostri figli, che poi dovranno bonificare i siti”.