Sotto osservazione con il gps in auto

Avevano già ripulito la loro abitazione e si stavano dando alla fuga i tre romeni fermati e tradotti nel carcere di Lanciano (Chieti) per la rapina in villa ai coniugi Martelli.
Le indagini hanno subito un’accelerazione dopo il ritrovamento della loro auto incidentata, in località Sant’Amato, con le valigie a bordo. In quel momento è scattata la decisione di portarli in Commissariato e interrogarli, perché il rischio di non vederli più era altissimo.
A ricostruire le indagini sono state le forze dell’ordine in una conferenza congiunta tenuta in Procura, a Lanciano. Le indagini proseguono per l’identificazione del quarto uomo, ritenuto il capo della banda, e autore della mutilazione all’orecchio di Niva Bazzan, 69 anni.
Negli ultimi giorni i romeni erano stati controllati diverse volte dai Carabinieri: l’ultima volta sabato mattina, poche ore prima della rapina che si sarebbe consumata la notte del 23 settembre.
Nel corso dei controlli i militari hanno installato un gps sull’auto. Proprio grazie al gps, si è avuta conferma che la VW Golf nera fosse nei pressi della villa per tutta la durata della rapina ai coniugi Martelli.
A carico dei tre romeni, due dei quali vivevano stabilmente a Lanciano da almeno un anno, c’erano gravi e concordanti indizi di colpevolezza.
Il gruppetto era monitorato a seguito di sei furti con spaccata commessi sul territorio nelle ultime settimane a bar, tabacchi e benzinai. Nulla però faceva pensare ad un’escalation di violenza.
L’appartamento in Corso Roma, nel quartiere storico Borgo, è stato trovato completamente vuoto e ripulito: in casa la Scientifica della Polizia di Stato ha rilevato delle tracce ematiche, così come su alcuni indumenti sequestrati ed indossati probabilmente durante la rapina.
Per due giorni, le forze dell’ordine hanno acquisito le immagini delle telecamere di videosorveglianza presenti in città: in alcune di queste si vedono i romeni con il volto scoperto, la loro identificazione è stata possibile grazie anche all’uso del SARI, il Sistema Automatico di Riconoscimento delle Immagini.

Le indagini proseguono per cercare il quarto componente della banda, autore del taglio dell’orecchio della Bazzan. “Non è un pugliese – ha precisato Fabbrocini, primo dirigente SCO – così come non ci sono donne coinvolte nell’indagine”.
Sabato 29 settembre è previsto l’interrogatorio di garanzia del Gip, Massimo Canosa, per i due fratelli Costantin Turlica, 22 anni e Ion Turlica, 20, e il cugino Aurel Ruset, 25. I tre sono richiusi nel carcere di Villa Stanazzo.